L’intervista al premier Conte
“Cittadini facciano la differenza”
“Voglio essere onesto e chiaro, come sempre: adesso è assai difficile fare previsioni, perché siamo di fronte ad un virus nuovo e con un tasso di virulenza che ancora stiamo sperimentando. Il governo coordina con la massima intensità e concentrazione la macchina organizzativa. Due sono gli obiettivi da raggiungere: contenere la diffusione del virus e potenziare le strutture sanitarie perché possano reggere a questa sfida. Siamo un Paese forte”.
In una intervista con Repubblica, il premier Giuseppe Conte cerca di rassicurare gli italiani. L’appello è alla responsabilità e alla massima consapevolezza del rischio che ci si trova a fronteggiare. Ieri la giornata più nera dal punto di vista dei contagi, dei morti, della tenuta complessiva del Paese.
“Continuiamo ad agire – afferma Conte – seguendo la linea della massima precauzione e della proporzionalità delle misure messe in campo rispetto all’evolversi delta situazione. Ma la vera differenza ora la devono fare tutti cittadini. Faccio un appello a tutti gli italiani: dobbiamo fidarci degli scienziati, manteniamo la distanza di un metro, evitiamo baci, abbracci, strette di mano, rispettiamo le altre regole”.
“Siamo di fronte a un’emergenza epocale – dice ancora Conte – a un virus sconosciuto che si diffonde rapidamente e che ha già colpito oltre 90 tra Paesi e territori di tutto il mondo. All’inizio mi sono posto subito un interrogativo: se io fossi ancora un semplice cittadino cosa mi aspetterei dal Presidente del Consiglio? La risposta è stata quella che mi do sempre: trasparenza, coraggio, determinazione. Siamo stati accusati di parlare troppo, ma anche di parlare troppo poco. Di essere troppo rigorosi ma anche troppo leggeri. Sarà così fino alla fine. Ma la nostra linea non cambia e la ripeto come un mantra a tutti i ministri e alla macchina organizzativa: massima precauzione, adeguatezza e proporzionalità delle misure”.
“La lotta contro il tempo per battere il coronavirus – ricorda il Corriere, segnalando le misure straordinarie prese dal governo nelle scorse ore – si muove su tre linee precise e indispensabili: seguire le regole, mantenere le distanze, spostarsi soltanto in casi eccezionali”.
Ogni altro tema, sui giornali, passa inevitabilmente in secondo piano.
Repubblica traduce un articolo del New York Times dedicato ai “Guardiani della Memoria” che proteggono i cimiteri ebraici d’Alsazia oggetto di numerose vandalizzazioni e profanazioni. La Stampa parla delle primarie dem, sostenendo che sarà Biden e non Sanders a ottenere il maggior numero di consensi tra l’elettorato ebraico della Florida. Sul Fatto Quotidiano si parla di Hunters, la serie con Al Pacino nei panni di un cacciatore di nazisti che ha fatto insorgere il Museo di Auschwitz per le imprecisioni storiche. Sulle pagine culturali di vari quotidiani il nuovo saggio di Walter Veltroni, dedicato all’impennata di parole d’odio. “Veltroni – si legge su Repubblica – attinge ai ricordi di famiglia, il nonno arrestato dai nazisti e segregato in via Tasso solo perché aveva ricoverato in casa alcuni ebrei, per raccontare i serbatoi del rancore nei quali è affondato il Novecento”.
Come affrontare l’emergenza sanitaria? Al Giornale il medico Enrico Mairov dice di seguire l’esempio israeliano: “Raddoppiare la capienza usando i sotterranei, svuotare i reparti e assistenza domiciliare”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
(9 marzo 2020)