“Senza medici e respiratori”
L’allarme della Lombardia

rassegnaIn Lombardia sono oltre 11 mila casi e quasi mille morti e ora l’epidemia minaccia Milano. “Non riusciamo a trovare medici e respiratori. Siamo al limite”, spiega il presidente della Regione Attilio Fontana in un’intervista a Repubblica. Il quotidiano dedica le prime pagine alla situazione della sanità lombarda e in particolare alla necessità di “Salvare Milano”. “A Milano la situazione è difficile, gli ospedali sono allo stremo. Già oggi stracolmi di pazienti provenienti dal resto della regione”, spiega il quotidiano, sottolineando come per il momento i contagiati all’interno dell’area metropolitana siano contenuti. “La domanda che tutti si fanno è: se la barriera di Milano dovesse crollare, il sistema potrebbe reggere? E se anche in città ci fosse un’escalation di contagi, i malati milanesi dove potrebbero essere ricoverati, se tutti gli ospedali sono già pieni?”. Intanto si cerca di metterne in piedi uno da campo alla Fiera Milano, modello Wuhan, dove poter prevedere 500 posti di intensiva pronti a ricoverare altrettanti pazienti. Per Massimo Galli, epidemiologo del Sacco, tra le prime cose da fare per il contenimento è eseguire i tamponi anche gli asintomatici (Repubblica).
Intanto l’emergenza Covid-9 inizia a mettere in difficoltà anche altri paesi dalla Spagna agli Stati Uniti: il Presidente Trump, ricorda in prima pagina il Corriere, ha effettuato il tampone ed è risultato negativo. Dopo un’iniziale scetticismo, ha dichiarato l’emergenza sanitaria e ora gli Usa si preparano ad eseguire tamponi a tappeto sulla popolazione.

Israele e il coronavirus. “Siamo in guerra, il nostro nemico è il virus”, sono le parole del Premier israeliano Benjamin Netanyahu – riportate in una breve da Repubblica – davanti all’emergenza sanitaria legata al Covid-19. Netanyahu ieri ha annunciato la chiusura di molti esercizi commerciali in Israele. Resteranno aperti solo supermercati, farmacie, banche e benzinai. Intanto si avvicina la possibilità che lo stesso Netanyahu, con il suo Likud, formi assieme al rivale Benny Gantz e al partito Kachol Lavan un governo di unità nazionale proprio per rispondere all’emergenza sanitaria. Lo ricorda La Stampa, spiegando che Netanyahu ha inoltre annunciato l’utilizzo di “un software per la difesa antiterrorismo, di concezione militare, per tracciare il diffondersi del contagio e stroncarlo, anche attraverso il controllo degli spostamenti attraverso i cellulari, con l’appoggio dello Shin Bet”. A proposito di sanità israeliana, su La Verità Luciano Bassani la porta come esempio da seguire rispetto alla capacità di gestione delle grandi emergenze e delle cure domiciliari attraverso la telemedicina.

Liberi contro la solitudine. Davanti all’emergenza “sarò inevitabilmente passivo? Oppure saprò inventare una risposta attiva e imprevedibile? Il cerchio si chiuderà intorno a me, restringendomi nella mia prigione?”, sono alcuni interrogativi che si pone oggi su La Stampa il professor Gavriel Levi, docente di psicologia e pedagogia a La Sapienza. Facendo anche riferimento al pensiero ebraico dell’Ottocento, Levi afferma che è “nelle catastrofi umanitarie che si può e si deve scegliere se e come essere un umano. Inventando qualcosa che si chiama libertà. Nella solitudine non si è liberi”.

Luca ed Edith, liberi. Sono stati liberati Luca Tacchetto ed Edith Blais, rapiti nel 2018 in Burkina Faso. La notizia è stata anticipata dal New York Times ed è poi stata confermata da diverse altre fonti, fra cui il ministero degli Esteri italiano. “La versione ufficiale fornita dal capo della missione dell’Onu nel Paese africano, Mahamat Saleh Annadif, – scrive il Corriere – dice che sono riusciti a fuggire dalla prigione in cui si trovavano rinchiusi; erano vestiti da tuareg, la popolazione nomade del deserto del Sahara, hanno fermato una macchina e si sono fatti accompagnare nella base di Minusma, la forza di pace locale dell’Onu”.

Pregando a casa. La Stampa Torino dedica un breve approfondimento a come le diverse religioni stiano affrontando la chiusura dei propri luoghi di culto. “Il sabato non è ammesso l’utilizzo di mezzi informatici, ma non li stiamo utilizzando nemmeno per le preghiere degli altri giorni. – spiega il rabbino capo di Torino Ariel Di Porto – Abbiamo invitato i fedeli a pregare in famiglia per riscoprire la dimensione domestica, un aspetto un po’ dimenticato. È un’occasione per riscoprire la spiritualità a livello individuale”.

Segnalibro. Mario Ricciardi sul Domenicale del Sole 24 Ore presenta la raccolta di scritti (recensioni e saggi dal 1995 al 2010) dello storico Tony Judt, pubblicato da Laterza. Nel raccontare il pensiero di Judt, Ricciardi ricorda la sua affinità intellettuale con Isaiah Berlin: “ebrei europei le cui famiglie erano state private di una patria dal Nazismo e dalla guerra, che avevano trovato rifugio in un’Inghilterra che, prima ancora che un Paese, era un luogo dello spirito”. Nella stessa pagina, si cita il volume The Guarded Gate: Bigotry, Eugenics and the Law That Kept Two Generations of Jews, Italians, and Other European Immigrants Out of America di Daniel Okrent, dedicato alla legge anti-immigrati varata negli Usa nel 1925 e che colpì in particolare gli immigrati italiani ed ebrei dell’Est Europa (la norma fu abrogata solo 40 anni dopo). Vita? o Teatro?, il percorso editoriale della straordinaria autobiografia per immagini di Charlotte Salomon (pubblicata da Castelvecchi) è invece presentata dall’inserto Alias del Manifesto. Le tavole dell’artista, assassinata ad Auschwitz, per uno strano caso del destino furono presentate per primo al padre di Anne Frank Otto, racconta il quotidiano.

Jciak. In arrivo negli Stati Uniti, e in estate in Italia, una mini serie prodotta da Hbo e incentrata sul libro di Philip Roth Il complotto contro l’America, in cui il celebre scrittore immaginava cosa sarebbe successo se gli Stati Uniti si fossero schierati con le forze dell’Asse invece che con inglesi e francesi. Nella miniserie, racconta il Corriere, ruolo centrale è la figura di un rabbino conservatore che naviga nella politica del presidente populista e xenefobo Charles Lindbergh (che si immagina vinca le presidenziali contro Roosevelt).

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked