Italia Ebraica marzo 2020
Come ripartire dopo l’emergenza
“Le immagini di luoghi gremiti ed eventi ben riusciti che anche in queste pagine pubblichiamo devono farci forza, spingerci a restare uniti, vicini nonostante la distanza, perché al più presto questa terribile minaccia sia debellata e la vita torni a riprendere in ogni sua forma e intensità. Anche la piccola ma vivace Italia ebraica è chiamata ad essere pronta per una ripartenza che ci si augura non troppo lontana”.
È il messaggio che abbiamo deciso di condividere sulla prima pagina del numero di marzo di Italia Ebraica in distribuzione.
Il giornale dedicato alle 21 Comunità locali dell’ebraismo italiano si apre con un’iniziativa particolarmente riuscita, racchiusa in un’immagine. Quando la crisi sarà superata, il senso di comunità e aggregazione – si ricorda, illustrandola – non saranno infatti solo pratica virtuale ma incontro reale, fisico e tangibile tra persone. Un’esigenza cui risponde Moishe House, il progetto internazionale che, nato in California nel 2006, conta oggi su una significativa rete di nuclei abitativi in tutto il mondo. Ci vivono giovani adulti, dai 20 ai 35 anni, che hanno il compito di organizzare momenti di incontro per i loro coetanei. In cambio è loro pagata metà dell’affitto. Roma la prima città italiana dove il progetto ha messo radici.
Sempre legata alla Capitale, è l’iniziativa di Laura Quercioli e Olek Mincer. Fotografie e colte citazioni letterarie caratterizzano il loro Roma Ebraica, un diario tutto da scrivere. Magari proprio mentre si è in visita o si passeggia per il Portico d’Ottavia.
Nelle pagine milanesi si racconta invece come la Comunità, la prima ad essere sollecitata dall’emergenza sanitaria, si è attrezzata per affrontare la minaccia del Coronavirus e tutto quel che comporta. Tra le sfide da vincere la lotta a isolamento sociale e solitudine.
Torino, prima dell’emergenza, è stata città simbolo nella lotta a un altro virus: quello dell’odio e dell’antisemitismo. Alcune iniziative in particolare hanno suscitato molta attenzione.
Nelle scorse settimane si è tenuto a Bologna, presso il centro sociale della Comunità ebraica, un convegno interreligioso intitolato “Il pane”, organizzato dall’Associazione Medica Ebraica in collaborazione con l’Adei e con la Comunità stessa. Un alimento che unisce, oltre ogni appartenenza di identità, cultura, visione. A scriverne è la presidente Ame Rosanna Supino.
Si lavora intanto (emergenza permettendo) in vista del prossimo Limmud Italia, il progetto di studio collettivo giunto alla sua ottava edizione. Quest’anno la sede scelta è quella di Firenze, con l’occasione per gli interessati di partecipare a sessioni su vari argomenti.
Questo e molto altro nelle pagine di Italia Ebraica di marzo.
(17 marzo 2020)