Le nostre vite

Giorgio BerrutoMolti hanno visto “Le vite degli altri”, il meraviglioso film del 2006 diretto dal regista tedesco Florian Henckel von Donnersmarck. Nella Berlino Est grigia degli anni ottanta, gli ultimi del regime comunista, l’efficiente capitano della Stasi Gerd Wiesler viene incaricato di sorvegliare la casa di un celebre intellettuale e scrittore teatrale. Grazie a un sistema di microspie nascoste nell’appartamento Wiesler penetra nella vita altrui al punto da esserne coinvolto e lasciarsi coinvolgere pienamente. L’attuale situazione di sospensione temporanea di alcuni diritti, a partire da quello alla mobilità, con il controllo delle vite altrui descritto nel film non ha nulla a che fare. L’atteggiamento delle autorità per contenere il dilagare della pandemia di Covid-19 sembra il procedere per tentativi e approssimazioni di fronte a una circostanza nuova e spaventosa. Ci sarà tempo fra alcuni mesi per valutare quello che è stato fatto di buono e quello che in queste settimane si poteva fare meglio o diversamente. Parlare oggi di una minaccia di controllo dall’alto e di lesione progressiva delle libertà, invece, è solo ridicolo. Non si tratta delle “Vite degli altri”, ma delle nostre vite.

Giorgio Berruto

(26 marzo 2020)