Italia a casa fino a metà aprile e i sindaci chiedono più aiuti
“Il rallentamento c’è. Assistiamo a un appiattimento della curva, non ci sono ancora segnali di discesa ma va meglio. Le importanti misure che sono state adottate stanno mostrando i loro effetti”. Lo afferma Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, che in un’intervista a Repubblica prevede che le restrizioni più stringenti in Italia rimarranno in vigore almeno per altre due settimane. Ma non si possono fare previsioni, spiega Brusaferro: il dato che tutti attendono è la discesa della curva dei contagi, ovvero “un aumento quotidiano dei casi inferiore a quello delle 24 ore precedenti per alcuni giorni consecutivi”. Dopo si potrà pensare a eventuali riaperture graduali. Ma il dopo, avverte Brusaferro, non sarà comunque come prima: “dovremo trovare un modo nuovo in cui fare le cose che ci piacciono. Penso ad attività come ascoltare un concerto o socializzare. Andranno fatte in una forma che ci aiuti a non far ripartire l’infezione. Ci vuole creatività”.
I sindaci e gli aiuti che non bastano. Con la protesta dei Comuni sugli aiuti previsti dal governo di Roma apre oggi il Corriere della Sera: i 400 milioni che saranno ripartiti, affermano i sindaci italiani, non bastano. “Bene i 400 milioni per la prima fase, ma credo che per dare una risposta più adeguata serva lo stanziamento di almeno i miliardo di euro”, afferma Roberto Pella, vicepresidente dell’Anci. E intanto preoccupano le parole del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero de Raho: «La crisi di liquidità che sta investendo un numero enorme di famiglie rappresenta una formidabile opportunità per la malavita. Ora che molti strati della società hanno perso le loro fonti di reddito in settori costretti alla chiusura forzata, chi ha messo da parte tanti i soldi, a cominciare dai narcos, detiene un potere immenso”.
Cosa può fare l’Europa. Soluzioni con fantasia e flessibilità che portino alla realizzazione di un piano Marshall per l’Europa. È quanto auspica il presidente del Parlamento Ue David Sassoli intervistato oggi dal Corriere. Bene il Mes ma senza condizioni o gli eurobond, afferma Sassoli, l’importante è muoversi con tempestività. Ma alcuni Paesi – Olanda e Germania – secondo il presidente Sassoli non hanno ancora “percepito il senso della catastrofe che incombe e non si rendono conto della gravità della situazione per le loro stesse economie. L’Olanda si avvantaggia molto del mercato unico, ma se questo dovesse crollare quale sarebbe il prezzo per i cittadini olandesi? Dal governo tedesco ci aspettiamo una parola di chiarezza. C’è un dibattito molto intenso nella Repubblica Federale e ci auguriamo che partorisca un’indicazione chiara. Anche perché a giugno la Germania assumerà la presidenza di turno dell’Ue, trovandosi nel vortice della crisi e con un bilancio pluriennale dell’Unione ancora aperto. Penso e spero che Berlino non vorrà rinunciare a un ruolo di guida e rafforzamento dell’Europa”.
Dalla Spagna alla Germania, il dolore europeo. Come accaduto all’Italia, anche in Spagna ora l’economia si ferma. Lo ha deciso il premier Sanchez che guarda con grave preoccupazione ai dati del suo paese: il numero di contagi è prossimo agli 80mila e ieri c’è stato il nuovo triste record di 838 morti in un giorno. Da qui la decisione di chiudere, raccontata da Repubblica. E anche in Germania la situazione si aggrava, seppur sia molto più sotto controllo: i contagiati in tutto il Paese sono saliti ad oltre 52.500 con 369 morti. Ma a scuotere la nazione è la notizia della morte del ministro delle Finanze dell’Assia Thomas Schäfer, che si sarebbe tolto la vita per lo stress e i timori causati dalla pandemia nel land tedesco (Repubblica).
Israele, Netanyahu verso la premiership. Proseguono le trattative tra il leader del Likud Benjamin Netanyahu e quello di Kachol Lavan Benny Gantz per la nascita di un governo di unità nazionale. L’accordo è ormai in dirittura d’arrivo è prevede Netanyahu primo in una rotazione della premiership tra i due. Fra 18 mesi, riporta La Stampa, Gantz diventerà “primo ministro, con “Bibi” vice, ma nel frattempo controllerà i lavori del Parlamento ed eviterà colpi mancini da parte dell’avversario. Dovrà però concedergli un parziale salvacondotto giudiziario, in modo che possa restare in politica nonostante il processo per corruzione”. Rispetto al toto ministeri, non ancora definitivo, il quotidiano scrive: “Agli uomini di Gantz andranno la Difesa, affidata a un altro ex capo delle Forze armate, Gabi Ashkenazi, gli Esteri, un portafoglio che piace allo stesso Gantz ma che gli costerebbe l’immediata rinuncia alla presidenza della Knesset, e la Giustizia, con Chili Tropper. Il Likud ottiene il ministero della Pubblica sicurezza, con l’attuale ministro alla Cultura Miri Regev, mentre il leader degli ultra-ortodossi askenaziti, Yaakov Litzman, mantiene il ministero della Salute. I sefarditi di Shas si tengono il ministero dell’Interno. All’altro partito di destra, Yamina, va l’Educazione, dove forse tornerà Naftali Bennet, sloggiato dalla Difesa”.
La schedina che rilanciò lo sport. Sul Corriere dello Sport Italo Cucci ricorda il giornalista Massimo Della Pergola e la sua invenzione, nel dopoguerra, della schedina del Totocalcio. Cucci ricorda una conversazione proprio con Della Pergola, costretto a lasciare la Gazzetta dello Sport a causa delle Leggi razziste e a rifugiarsi poi in Svizzera. “Riuscii a scappare in Svizzera, non una soluzione di lusso, perché finii in un campo profughi, ma almeno ero un uomo libero… Aiuta…”, il racconto di Della Pergola a Cucci. “E il Totocalcio?” “Lo inventammo lì, da fantasiosi… prigionieri. Si chiamò in origine Sisal, Sport Italia Società a Responsabilità Limitata, l’acronimo fu fortunato, fortunatissima la schedina che avevamo inventato io e due colleghi; nel 1946, a guerra appena finita, con tanti pensieri in testa, gli italiani dicevano Sisal per dire speranza”.
L’ultimo respiro. “Adesso la sera, quando vado a letto, chiudo gli occhi e mi vedo in fin di vita, trasportato d’urgenza in ospedale per gravissima insufficienza respiratoria. I pochi dottori esausti che ancora si aggirano nel pronto soccorso affollato sembrano aver superato ogni limite di umana sopportazione. A un giovane medico, che vaga con lo sguardo annebbiato, mia moglie chiede gentilmente di visitarmi, spiegando che sono un caso a rischio elevato perché paziente asmatico. Il dottore la fissa, assente. Starà pensando a qualcos’altro. Forse alla sua morte, quando verrà il suo momento. O a farsi una doccia”. È uno dei passaggi del racconto firmato da Etgar Keret, pubblicato dal Corriere della Sera, in cui lo scrittore israeliano si immedesima in chi, sul letto di ospedale, vive la tragedia della pandemia.
Segnalibro. Sul Fatto Quotidiano Furio Colombo presenta il volume Le Fosse Ardeatine, appena pubblicato da Anfim (Associazione nazionale famiglie italiane martiri caduti per la libertà della patria). “Un volume che, se non è ‘ufficiale’ dal punto di vista della burocrazia, – scrive Colombo – certo lo è per la ricomposizione accurata del grande delitto; e dell’accoglienza, l’una accanto all’altra, delle storie di tutte le 335 vittime della strage, organizzata con estrema rapidità e precisione omicida”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked