Italia, raggiunto il picco contagi “Misure efficaci e da rispettare”
I sacrifici di milioni di persone, il rispetto delle dure misure restrittive stanno pagando. Lo afferma l’Istituto Superiore di Sanità che spiega come l’Italia abbia raggiunto il picco nei contagi e si dirige verso la discesa. “Il picco non è una punta, è un pianoro da cui ora dobbiamo scendere”, l’analisi del presidente dell’Istituto Silvio Brusaferro, riportata dal Corriere della Sera che apre oggi dando ampio spazio alla notizia sul picco. La percentuale di crescita dell’infezione, spiega il Corriere, è scesa ancora, siamo al 4%, lunedì era al 4,1%. I nuovi positivi sono stati 4.053, lunedì erano 4.050. I malati attuali sono 77.635 (+2107, +2,8 in percentuale), ricoverati con sintomi 28.192, in terapia intensiva 4.023 (42 in più, lunedì erano stati 71) mentre 45.420 sono a casa con sintomi lievi. “Scenderemo solo se siamo cauti – ha avvertito Brusaferro – e continuiamo con il distanziamento sociale perché anche dal pianoro l’epidemia può ripartire. Non mollare sulle misure di contenimento è ancora più doveroso oggi”. Un appello rilanciato anche dal capo della protezione civile Angelo Borrelli. Intervistato dal Corriere, Borrelli guarda in particolare al Meridione e spiega: “La ‘fuga’ dal nord verso il sud nelle prime settimane di marzo è stato un evento molto grave e certamente ha contribuito ad un incremento della diffusione del virus nelle altre Regioni. Ora la situazione nei territori del nord resta la più drammatica, ma il sud è ancora a rischio. Nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia: il virus ha dimostrato di poter attraversare oceani e continenti”. Più duro su La Stampa il direttore delle malattie del Sacco di Milano, Massimo Galli: “No alle false speranze, la strada è ancora lunga. E poi bisogna pensare a quali condizioni riaprire”.
Misure, qualche apertura. Una circolare del Viminale consente “ad un solo genitore, camminare con i propri figli minori in quanto tale attività può essere ricondotta alle attività motorie all’aperto, purché in prossimità della propria abitazione”. Un’apertura contestata dall’assessore al Welfare della Lombardia, riporta La Stampa.
Israele e i settori del contagio. Tra i primi paesi ad aver capito la gravità dell’emergenza coronavirus, Israele ha applicato ben prima di altri misure restrittive che però in alcuni casi sono state eluse. Ci sono infatti alcune realtà all’interno del mondo haredi – quelli che vengono definiti ultraortodossi – che negli scorsi giorni non hanno rispettato i divieti, scatenando polemiche e nuovi provvedimenti da parte delle autorità. Ne parla oggi Repubblica che cita la situazione di Bnei Brak, cittadina a maggioranza haredi. “In confronto a Bnei Brak (200mila abitanti) la ben più popolosa Tel Aviv ha poco più della metà dei contagi (278). E con la conta nazionale schizzata oltre quota 5000, con 20 morti, è chiaro che l’autogestione haredi in questo caso si riverbera oltre i confini delle comunità”. In ogni caso, segnala Repubblica, anche in questi settori c’è stato un cambiamento negli ultimi giorni e un maggior rispetto delle misure.
Israele e l’autosufficienza alimentare. Sul fronte emergenza coronavirus, Israele cerca di riorganizzarsi alla luce degli effetti economici internazionali della crisi: su Italia Oggi si spiega che l’obiettivo del paese è di arrivare a una autosufficienza alimentare. “Gli agricoltori possono aumentare la produzione nazionale e ridurre la dipendenza dall’import. Insieme, costruiremo una politica agricola che permette di garantire la sicurezza alimentare nei rifornimenti di cibo fresco in Israele da ora in avanti”, le parole di un’autorità locale. Ma gli agricoltori israeliani protestano perché chiedono maggiore sostegno e una riduzione sui costi dell’acqua.
Iran, l’allarme dalla carceri. Nelle prigioni iraniane, dove sono rinchiusi decine di attivisti come denuncia l’ultimo rapporto dell’Iran Human Rights, l’altro problema è il coronavirus. La madre dell’attivista Narges Mohammadi, in carcere anche per le sue attività contro la pena di morte, denuncia infatti che la figlia “sta molto male, continua a tossire e ha problemi respiratori” (Corriere).
I poteri di Orban. Posizioni diverse sui quotidiani italiani rispetto alle notizie che arrivano dall’Ungheria, dove il Premier Orban, grazie all’emergenza sanitaria, è riuscito ad ottenere pieni poteri dal Parlamento. Se Giornale e Libero trovano legittima questa iniziativa, Repubblica e La Stampa denunciano la mossa come un atto contro la democrazia. In particolare sulla prima de La Stampa il vicedirettore Mattia Feltri ricorda le critiche di due celebri voci ebraiche ungheresi contro Orban: la filosofa Agnes Heller e lo scrittore Imre Kértesz. “Non li abbiamo ascoltati. – scrive Feltri – E nemmeno adesso che il cammino si compie, Orbán si prende i pieni poteri con cui zittire opposizioni e stampa, e non solo Salvini e Meloni ma anche Berlusconi lo scagionano con la favoletta per gonzi che i poteri glieli ha concessi il Parlamento, tutto a posto, democrazia salva. E’ l’ultimo balletto grottesco sulla speranza di una destra liberale, mentre dall’altra parte spadroneggiano i saputelli della purezza”.
Segnalibro. “Emilio Gentile, che del fascismo è lo storico più acuto e attento, ci fornisce adesso nel libro Quando Mussolini non era il Duce (Garzanti) l’immagine – densa di contraddizioni e ambiguità – della prima fase dell’avventura del futuro dittatore, dal 1902 (ma soprattutto dal 1912) al 1919, terminando, nell’anno che vede la nascita dei Fasci di Combattimento”, così Marcello Flores oggi sul Corriere, raccontando appunto del nuovo libro edito da Garzanti e dedicato a Mussolini.
Visite virtuali. Si intitola “Ferrara ebraica” la mostra che il Museo dell’Ebraismo italiano e della Shoah di Ferrara ha reso disponibile al pubblico nelle scorse ore attraverso un percorso virtuale. – ricorda oggi Avvenire – Andando sul sito https://ferraraebraica.meis.museum si potrà dunque seguire questa esposizione, curata da Sharon Reichel e allestita da Giulia Gallerani. La mostra porta alla luce racconti affascinanti fino alle tragiche vicende della Shoah, con varie interviste agli ebrei ferraresi firmate da Ruggero Gabbai”.
Daniel Reichel twitter @dreichelmoked