Legge dello Stato e Halakha,
diritti in equilibrio

“Per le preghiere il minian fisicamente (la riunione di 10 uomini adulti) non si può realizzare ma si può avere un minian virtuale. Un chazan (cantore) intona la tefillah (la preghiera) senza dire le parti che richiedono le 10 persone ma tutti gli altri possono partecipare, rispondere amen, senza assemblarsi, nel rispetto delle normative per cui ci si sente isolati ma non soli”. È una delle soluzioni, spiega rav Gianfranco Di Segni, che l’ebraismo ha trovato in queste settimane di quarantena per proseguire, nel rispetto della Halakha, la vita ebraica. Nell’ultimo video pilpul serale – l’appuntamento curato dalla redazione giornalistica UCEI -, rav Di Segni, assieme al vicepresidente dell’Unione Giulio Disegni e al Consigliere Davide Jona Falco, si è soffermato su alcuni problemi che l’isolamento ha creato nella quotidianità degli ebrei italiani e non solo, in particolare per quanto riguarda il rispetto dei dettami della Legge ebraica. E a proposito di legge, di quelle dello Stato, in relazione alla libertà religiosa, hanno invece parlato gli avvocati Giulio Disegni e Davide Jona Falco. In particolare, il vicepresidente UCEI ha ricordato l’Intesa siglata dall’ebraismo italiano con lo Stato, spiegandone il significato e l’attualità. “In passato l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha fatto notare come la scelta di indire elezioni durante festività ebraiche fosse contraria all’Intesa e così le date sono state spostate”, spiega Disegni. “Rispetto agli attuali decreti sull’emergenza Covid-19 non ci sono in realtà dei contrasti con i principi dell’Intesa ma ci sono problematiche emerse in tema di libertà religiosa collettiva”, aggiunge il vicepresidente. Tema della libertà che, sottolinea l’avvocato Jona Falco, è al centro del lavoro dell’Associazione italiana di avvocati e giuristi ebrei, in prima linea nella difesa dei diritti nel senso più ampio. “Tra gli scopi statutari dell’associazione – afferma Jona Falco – , il rispetto dei diritti umani, il principio di uguaglianza, il diritto di tutti gli Stati a vivere in pace e in particolare, sul fronte ebraico, l’impegno a combattere ogni forma di antisemitismo, antisionismo, razzismo e discriminazione”.