Non è mai troppo tardi

In Israele è stata varata la Emergency Regulations (Novel Corona Virus – Restrictions on Activities), 5780-2020. Intanto, sul sito del Ministero della Salute israeliano, si ritrovano preziose informazioni predisposte in modo semplice e succinto, le quali comprendono pure una app in cinque lingue il cui fine ultimo consiste nell’evitare il contagio. Nulla di che, dopotutto, Israele è un Paese con otto milioni e mezzo di abitanti, grande pressappoco quanto la Lombardia.
Come è d’intuitiva evidenza, quando scoppia un’epidemia non ci si può concedere il lusso d’indugiare e d’indulgere in un’attività normativa predisposta ex novo. Nel caso dell’Italia, lo si è fatto, perché quanto preesisteva non era moltissimo (Costituzione, all’art. 117, comma 2, lettera q) e art. 120, comma 2°, legge 23 dicembre 1978, n. 833 artt. 6 e 32, d. lgs. 31 marzo 1998, n. 112, art. 117, d. lgs. 18 agosto 2000, n. 267). Indi, vi è un’estesa legislazione d’emergenza, adottata per la pandemia del Covid 19, che ha costretto ad emanare disposizioni di diversa natura in tempi brevissimi, la cui sistemazione organica è tutt’altro che agevole anche per un esperto, tant’è che il Servizio Studi del Senato ha dovuto predisporre due corposi dossier.
Intanto, in Francia abbiamo, da sempre potremmo dire, il Code de la Santé con regolamento annesso, come la pletora di codici con cui il diritto francese è stato ordinato. In Germania troviamo la Legge federale per la prevenzione e il contrasto delle infezioni, in Svizzera la Legge federale sulla lotta contro le malattie trasmissibili dell’essere umano (Legge sulle epidemie). Ciò sta a significare che non hanno dovuto provvedere volta per volta, con una farragine di norme.
Cosa porta noi italiani a non guardare cosa fanno gli altri per sapere cosa fare oppure cosa non fare? Ormai sembriamo affetti da una certa mancanza di voglia di competere, come se gli altri fossero tutti superiori e, nel frattempo, rinunciamo ad ammodernarci ed a sfidare il mondo. Sennonché, come recitava il titolo di una giustamente famosa trasmissione del Maestro Alberto Manzi, non è mai troppo tardi. Soprattutto quando si è pieni di talento, come dovremmo essere noi italiani e come la nostra storia ci insegna.

Emanuele Calò