Comix – Ma che lingua parliamo?
È proprio di questi giorni una serie di segnalazioni su errori presenti nell’edizione italiana del fumetto “Blake & Mortimer , La maledizione dei trenta denari – tomo 1” pubblicato in Italia dalla Alessandro Editore.
Blake & Mortimer sono due personaggi creati da Edgar P. Jacobs, fumettista belga tra i maggiori rappresentanti della Linea Chiara, cioè del fumetto franco-belga. Ex collaboratore di Hergé, l’autore di Tintin, Jacobs creò nel 1946 questi due personaggi molto speciali, uno agente del famoso MI6 britannico, il controspionaggio, l’altro scienziato votato ai misteri. La serie esordì sulla rivista Tintin per poi diventare pubblicazione autonoma nel formato francese dell’album, il fumetto cartonato che viene venduto anche nei supermercati francesi. Ma questa è un’altra storia, triste per il mercato fumettistico italiano.
Dopo la morte di Jacobs nel 1987 altri autori hanno scritto storie dei due eroi. Tra queste segnaliamo proprio “La maledizione dei trenta denari”, scritta da Jean Van Hamme e disegnata da René Sterne e sua moglie Chantal De Spiegeleer. La storia come si può dedurre è ambientata tra la Giudea e la Grecia e la maledizione che colpirebbe chiunque tocca i trenta denari di Giuda. In realtà questi ultimi episodi hanno sollevato qualche dubbio da parte dei fan, soprattutto per la mancanza di una delle caratteristiche tipiche della serie, cioè la mescolanza di fantascienza e mistero e una evidente mancanza della eleganza stilistica di Jacobs, ma è anche vero che i fan amano poco i cambiamenti.
Comunque l’edizione italiana soffre di una serie di errori, uno dei quali è abbastanza “bislacco” e lascia supporre che il correttore di bozze di word o qualche traduttore automatico non siano propri consapevoli dell’esistenza della lingua aramaica. Ma andiamo con ordine. Il nostro professor Mortimer si trova a dover tradurre una pergamena scritta in caratteri ebraici, almeno così si può vedere nella vignetta. Anzi dai caratteri utilizzati si distingue correttamente l’alfabeto ebraico, piuttosto che quello aramaico. Ed è utile sottolineare che si parlavano nella zona circa sette dialetti di origine aramaica. Insomma a fare i pignoli anche gli autori francesi non sono stati propri precisi, ma passare dall’aramaico all’… armeno ci passa., eppure nella edizione italiana scopriamo che il testo è scritto in armeno. Eh già.
Ahimè è frequente trovare errori nelle traduzioni dei fumetti, ottimi traduttori sono pochi e già “opzionati” dalle grandi case editrici. Ci si aspetta però che le piccole possano offrire un servizio di qualità soprattutto quando pubblicano autori o personaggi così importanti. Ma ancor di più quando si toccano culture e conoscenze così particolari, si dovrebbe prestare maggiore precisione e umiltà.
Andrea Grilli