Comix – The Simpsons, Krusty e l’umorismo ebraico

Mark Pinsky ha recentemente scritto “The Gospel According to The Simpsons: The Spiritual Life of the World’s Most Animated Family” l’ennesimo saggio sulla fortunatissima saga televisiva della famiglia Simpson. Alcuni spunti e riflessioni sono stati riproposti sul sito www.myjewishlearning.com dallo stesso autore che tocca la presenza dell’ebraismo tra le storie dei Simpson.
Springfield è sicuramente la proiezione della città media statunitense, non le grandi metropoli di entrambe le coste, ma parliamo di una città di medie dimensioni, popolata da uomini e donne che in varie generazioni si sono insediate. L’autore ha creato un piccolo universo, reale, dove rappresentare in modo molto esagerato e pesante i pregi e difetti della società americana. Non poteva perciò mancare la presenza di una comunità ebraica.
Intanto è bene identificare la sinagoga, Temple Beth Springfield, vicino alla Prima Chiesa di Springfield del reverendo Lovejoy, tanto premuroso verso i cugini che un cartello ricorda che il parcheggio della chiesa non è quello della Sinagoga. Anche se poi, come raccontano le guide alla serie televisiva, rabbino e reverendo giocano a basket insieme.
In realtà l’aspetto più evidente della presenza dell’ebraismo nei Simpson è l’uso degli stereotipi e del generale disinteresse della comunità protestante verso la cultura ebraica. Il direttore Skinner viene ripreso dal suo superiore perché credeva che fosse una scusa per non andare a scuola, l’aver rivendicato la festa dello Yom Kippur: “But, but, ah, I was sure it was a phony excuse. I mean, it sounds so made-up: ‘Yom Kip-pur.” Oppure quando Homer scambia un gruppo di rabbini hassidici per il gruppo rock texano ZZ Top. Per non parlare di quando cerca di avere in prestito cinquantamila dollari facendosi passare per un ebreo non praticante che però “Now, I know I haven’t been the best Jew, but I have rented Fiddler on the Roof and I will watch it” (so di non essere stato il migliore ebreo, ma ho affittato Fiddler on the Roof e lo vedrò).
Senza dubbio il personaggio chiave è Krusty, introdotto nella stagione 1989-1990 è diventato un personaggio fondamentale nel filone umoristico della serie. Attorno al suo parlare e agire troviamo una impressionante quantità di parole in yiddish come bupkes per “nulla”, schmutz per disordine, yutz per testa vuota, come anche espressioni più complesse come “my lucky little hamentaschen” per la figlia. Così come uno dei nomi di Krusty è Schmoikel. In diverse situazioni l’umorismo della serie è spesso da ebrei per ebrei, tanto che nel doppiaggio italiano si sono perse tutte le espressioni yiddish per un italiano medio. Sempre meglio di quel massacro che è stato compiuto con la fiction “La tata”.
Brian Rosman della Brandeis University ha così commentato la presenza dell’ebraismo nei Simpson: “The Simpsons does the funniest, most authentic parodies of Jewish life among all the comedy shows on TV, certainly compared to shows that are considered more ‘Jewish,’ like Seinfeld. The Simpsons demonstrates a more intuitive understanding of American Jewish history, Jewish reli­gion and culture, and Judaism’s place among all the other varieties of belief and identity in America. I only wish there was more Jewish con­tent on the show, because when they do it, they do it very well”
(I Simpson esprime la più simpatica, autentica parodia della vita degli Ebrei tra tutte le fiction televisive, sicuramente confrontandola con quella che viene considerata più ebraica fra tutte, Seinfeld. I Simpson dimostra una particolare capacità di comprendere la storia ebraica americana, la sua religione e cultura, e la presenza del Giudaismo tra tutte quelle varietà di credi e identità in America. Spero soltanto che ci siano sempre più contenuti ebraici nello show, perché quando lo fanno, lo fanno molto bene)
In realtà un po’ di mistero c’è sulle origini dei componenti dei Simpson. Mentre Omer chiede a Marge se sono ebrei, e le sorelle Bouvier hanno parenti con nomi come David, Levi, Moshe, Murray e Saul, nel ripostiglio della famiglia (episodio 18, stagione 11) vediamo una meno­rah… forse dopo vent’anni, appena festeggiati, The Simpsons nasconde ancora molto sorprese.

Andrea Grilli