Giornata della Cultura Ebraica – Tullio Levi è entusiasta, ma non tutti gli ospiti sono sempre graditi

La giornata volge al termine sulle soavi note del coro Ha-kol. Un’incantevole serata di fine estate fa da cornice agli ultimi ringraziamenti, ai saluti. Dal palcoscenico intonano Adon Olam, come alla fine della Tefillà. Il presidente Tullio Levi (nell’immagine), abbandonata ormai chissà dove la cravatta, si gode questi momenti.
Presidente Levi, com’è andata la giornata?
Sono davvero molto soddisfatto, è andata benissimo. Abbiamo avuto un afflusso straordinario, tra Torino e le Sezioni abbiamo superato i 3 mila visitatori. Ho trovato particolarmente azzeccata la novità di quest’anno, le due conferenze nel centro sociale. Al mattino “Mazal-Tov”, in cui sono intervenuti Dan Segre, Franco Segre e Shmuel Lampronti a spiegare alcune dei più importanti eventi nella vita di un ebreo. Al pomeriggio “Shabbat, la Regina”, in cui quattro Morot (Nedelia Tedeschi, Anna Segre, Ruth Mussi, Ori Sierra) hanno spiegato il ruolo dello Shabbat nella vita familiare e comunitaria, e alcune interpretazioni circa la sua tradizionale allegoria femminile. É fondamentale illustrare alla gente, attraverso oratori così interessanti e competenti, i significati umani e religiosi di quello che stanno vedendo, affinché la loro comprensione dell’ebraismo sia più profonda.
Ritiene che l’iniziativa abbia goduto di sufficiente visibilità e considerazione presso le istituzioni esterne?
Certo non possiamo lamentarci. La notizia è comparsa ovviamente su La Stampa, La Repubblica le ha dedicato un’intera pagina, ed è stata trasmessa dal Giornale Radio Piemonte. I risultati si son visti.
Il pubblico era molto variegato, ma c’è un target di popolazione la cui attenzioni non si è ancora riusciti a catturare?
Indubbiamente abbiamo avuto un pubblico per lo più adulto, i giovani erano quasi tutti al seguito dei genitori. Ma su questo versante non siamo certo latitanti: con i ragazzi delle scuole torinesi abbiamo un rapporto consolidato: sono più di 5 mila quelli che ogni anno effettuano visite guidate alle nostre sinagoghe.
Abbiamo avuto ospiti illustri e anche la Lega Nord non ha voluto far mancare i suoi omaggi. Come si deve accogliere, secondo lei, l’amicizia di una forza politica che non ha altrettanti riguardi nei confronti di altre minoranze?
Guardi, a dire la verità io diffido non poco di certe amicizie: oggi non esitano a dichiararsi amici nostri, ma in realtà non hanno affatto risolto i loro problemi col diverso e sono ben note le loro posizioni xenofobe e razziste. Perciò io non ci sto! Non ci sto a lasciare che gli ebrei vengano strumentalizzati per potersi presentare con la “la faccia pulita”. Discorso analogo vale anche per molti degli ex di Alleanza Nazionale. A titolo puramente personale mi sento di affermare che forse meriteremmo degli amici migliori.
Parliamo di noi ebrei. Crede che ai fini interni della comunità la giornata di oggi abbia giovato?
Sì, personalmente penso di sì. È quanto meno rivitalizzante. Nell’arco della giornata ho visto moltissimi iscritti, anche tanti di quelli che si incontrano di rado al tempio. Con questa iniziativa gli ebrei si fanno parte attiva della comunità, intervengono come protagonisti, danno chiarimenti ai visitatori..è un modo di vivere concretamente il proprio ebraismo.
Al di là della giornata di oggi, come vede l’informazione ebraica in Italia?
Andiamo decisamente forte su questo versante. C’erano delle carenze, ma mi sembra che vi si stia ovviando opportunamente. Ha fatto decisamente bene questo Consiglio dell’Unione a investire in nuovi progetti. Ce n’era bisogno.

Manuel Disegni