“La formazione dei giovani leader deve puntare alla crescita, non all’indottrinamento ideologico delle vecchie scuole quadri”
Nell’intervista al Portale dell’ebraismo italiano in cui ha presentato la nuova associazione culturale “Hans Jonas” Tobia Zevi rimprovera all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di aver fatto “poco” per la formazione dei giovani ebrei italiani e cioè “solamente aspetti tecnici ed economici”, mentre il corso di formazione che l’ associazione Jonas promuoverà farà “formazione politica e culturale”, affrontando “le grandi questioni ideologiche dell’ebraismo nel mondo contemporaneo”, naturalmente dal punto di vista di chi è definito due volte nell’articolo “esponente del PD”.
Le critiche di Zevi sono inesatte, sbagliate e ingenerose. Inesatte, perché il corso di formazione Ye’ud organizzato dal Dipartimento Educazione e Cultura con l’Assessorato ai Giovani UCEI ha affrontato il problema di una “formazione politica” dell’ebraismo nel senso dell’amore per Israele e per il popolo ebraico, forse non in quello di “un contributo alla vita politica e sociale” dell’Italia, come vorrebbe Zevi. Sbagliate perché l’UCEI, come organo rappresentativo di tutto l’ebraismo italiano, non può e non deve organizzare l’indottrinamento “ideologico” dei giovani leader italiani, alla maniera delle vecchie “scuole quadri”, ma preparare una nuova generazione di dirigenti comunitari in grado di rappresentare l’ebraismo in una società complessa e post-ideologica come la nostra. Ingenerose perché ignorano, presuntuosamente, il grande sforzo che tutto l’ebraismo italiano – UCEI, comunità, associazionismo – sta facendo per la formazione dei giovani.
Claudia De Benedetti, vicepresidente e assessore ai Giovani dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane