Memoria – Torino, Tullio Levi: “Ricordare dovere di tutti”
Nella settimana fitta d’iniziative per il Giorno della Memoria 2010, la città di Torino ha riservato le celebrazioni ufficiali per oggi, 27 gennaio. Nelle prime ore della mattinata si raduna un gruppo alle porte del Cimitero Monumentale della città. Alla presenza del sindaco Chiamparino e della presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso, il gruppo cittadini, associazioni, istituzioni (sono presenti i gonfaloni di Comune, Provincia, Regione, l’Associazione Nazionale Ex Deportati, l’Associazione Nazionale Partigiani Italiani), militari e giornalisti sfila lungo il cimitero innevato, recando omaggio prima alla lapide dei caduti per la Resistenza e poi a quella degli ebrei torinesi deportati.
Presso la lapide in memoria degli ebrei il rabbino Somekh, dopo un breve discorso, recita il Kaddish in presenza delle autorità. Pochi minuti prima il prete aveva celebrato la messa in memoria dei caduti.
Le celebrazioni proseguono nella Sala Rossa del municipio torinese, “simbolo delle istituzioni democratiche della città”, come lo definisce il presidente della Comunità ebraica Tullio Levi. Il discorso che pronuncia esula dalle canoniche parole di circostanza, è improntato all’attualità e ai significati che oggi assume questa ricorrenza. “Mai come quest’anno abbiamo assistito ad un tale fiorire d’iniziative”, esprime soddisfazione Levi. “L’istituzione di questa giornata raggiunge un importante risultato. Ricordare non è un compito che spetta solo agli ebrei, ma alla società nel suo intero. L’ideologia che portò alla Shoah è l’antitesi ai principi stessi di civiltà”. “Ma vi sono anche segnali poco incoraggianti, continua il presidente degli ebrei torinesi: episodi sempre più ricorrenti di razzismo. Ciò che più mi allarma è che nel nostro paese vi sono reazioni scarse ed inadeguate, e da ampie parti della politica arrivano messaggi d’intolleranza e di paura”. Levi procede in considerazioni meno generali, “sperando che non stupisca il fatto che provengono dal presidente della Comunità ebraica, poiché la storia degli ebrei insegna proprio le condizioni che mettono a rischio la tolleranza di una società”. “Ciò che più intimorisce, spiega, è il riproporsi di alcune costanti storiche, come per esempio la concentrazione dei poteri nelle mani di una sola persona, il venir meno del delicato bilanciamento dei poteri: non solo la tradizionale triade legislativo-esecutivo-giudiziario, ma la separazione deve concernere anche i poteri politico, economico e mediatico. L’Italia va in direzione opposta, spiega Levi: si sta tentando di modificare la Costituzione anche nella parte dei principi fondamentali, mentre scarsa appare la reattività dell’opinione pubblica di fronte a questo rischio”. Tra le note liete Levi ricorda l’episodio del comune di Pecorara, in cui i cittadini hanno obbligato il sindaco a ritirare l’ordinanza che toglieva l’intitolazione di una piazza al 25 aprile. Infine, dopo aver citato la notizia secondo cui il 2009 è stato il peggior anno dalla fine della guerra in quanto ad episodi di antisemitismo, suggerisce al sindaco Chiamparino l’adesione al progetto delle pietre d’inciampo, importato dalla Germania prima a Saluzzo e oggi a Roma. L’invito non passa inosservato, infatti Chiamparino accoglie il suggerimento, sostenendo che “rientrerà nel progetto di educazione che la città persegue da diversi anni, il cui fulcro è l’organizzazione dei viaggi per ragazzi ad Auschwitz col Treno della Memoria”. “Il successo di questa giornata, ma più in generale di chi tutto l’anno s’impegna affinché il ricordo sia tramandato, è proprio in ciò che si riesce a trasmettere ai giovani”.
Manuel Di Segni