Qui Milano – Vertice della Sanità: il discorso di Giorgio Mortara

Signori ministri, signor presidente, signora sindaco autorità civili e religiose presenti ho l’onore di aprire la serata organizzata dall’Associazione Monte Sinai, dall’Associazione Medica Ebraica e dalla Comunità Ebraica di Milano che ci ospita nei suoi locali . Oltre che come presidente del comitato organizzativo parlo anche in qualità di presidente dell’AME ITALIA. Un breve accenno all’attività dell’associazione che rappresento. Con la fondazione dell’Associazione Medica Ebraica – Italia nel 2004, si è realizzata la auspicata fusione in un unico organismo nazionale delle differenti associazioni di medici ebrei già presenti da molti anni in numerose Comunità italiane (AME-Nord Italia, Gruppo Maimonide, Associazione Medica romana). Come tutti sanno, in Italia come nel resto del mondo, esistono organismi associativi che uniscono lo scopo della conoscenza reciproca e dell’interscambio culturale a quello di coordinare l’impegno professionale all’interno delle Comunità. Non si tratta certo di lobby di potere, ma della genuina ricerca di armonizzare la specificità dell’esperienza individuale con il comune senso di appartenenza ad una Comunità nella quale l’assistenza medica ed il volontariato sociale hanno sempre avuto un ruolo fondamentale . L’ebraismo, infatti, attribuisce uno straordinario valore alla vita:”Scegli la vita”(Deut. XXX, 19). Ne consegue che il Pikuach nèfesh, l’esigenza di salvare la vita umana, così come la tutela della salute, occupano un posto elevato nella scala dei valori.
In Paesi ove la presenza ebraica è più numerosa e coordinata, le associazioni mediche locali hanno da tempo realizzato un organismo rappresentativo a livello nazionale che raccoglie e coordina le sue componenti e fa conoscere le proprie istanze nelle più vaste assise continentali e mondiali. Ora anche in Italia, l’AME può finalmente rappresentare unitariamente gli operatori nella sanità e inizia ad essere conosciuta ed a interagire con la FNOMCEO e le istituzioni sanitarie regionali. L’attività dell’Associazione è poliedrica. Infatti l’AME ha come scopi statutari:
promuovere incontri culturali e scientifici tra coloro che hanno interesse nell’approfondimento della tradizione, della cultura e dell’etica ebraica in campo sanitario;
agevolare i rapporti con le Associazioni e le Istituzioni sanitarie in Israele, in Italia, in Europa e nel resto del mondo attraverso la partecipazione e l’organizzazione di convegni medici e di scambi culturali con particolare riguardo alla ricerca, alla bio-etica e alla medicina sociale;
contribuire alla diffusione della cultura etica medica ebraica nella società italiana; * dare sviluppo coordinato ad una “medicina di comunità” secondo le direttive dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, L’AME mette a disposizione di tutti un patrimonio di competenze professionali e di solidarietà umana e sociale che non può e non deve essere sottoutilizzato e disperso e che si propone di interagire in modo organico con gli organismi istituzionali, con i Servizi Sociali e le Associazioni di Volontariato.
Da qui il nostro interesse nel cercare non solo la migliore cura per ogni singolo malato, ma il sistema sociosanitario che meglio possa soddisfare le esigenze di tutta la popolazione tenendo conto del crescente costo della sanità. Il bene comune non appartiene solo alla politica, tutte le componenti della società ne sono responsabili. I medici non devono demandare ad altri i problemi dei costi della sanità, ma devono avere un ruolo sia nella gestione della spesa che della qualità delle cure puntando all’appropriatezza dei percorsi diagnostici e dei trattamenti. Veniamo ora al perché di questa nostra iniziativa. I rapporti tra le istituzioni sanitarie e di ricerca israeliane e italiane, e lombarde In particolare, dapprima sporadiche e occasionali si sono intensificate agli inizi degli anni novanta prima come collaborazioni scientifiche e culturali e successivamente con gemellaggi tra ospedali (San Carlo !Tel Hashomer) ed istituti di ricerca(Negri/Weizman). Con il trasferimento in Italia del dotto Mairov, che aveva partecipato come giovane collaboratore alla progettazione ed avvio della riforma sanitaria israeliana, si è avuta la progressiva conoscenza e diffusione del nuovo modello sociosanitario israeliano dapprima all’interno dell’AME e successivamente negli ambienti medici pubblici. Dato che in quegli anni si stava discutendo della riforma sanitaria anche nel nostro paese, la conferma degli ottimi risultati del modello israeliano con un aumento di efficienza ed efficacia ma anche una riduzione delle spese con possibilità quindi di indirizzare fondi crescenti alla ricerca e innovazione ha interessato i sindacati medici italiani la CIMO di Clivati e Biasioli e tramite loro i vertici della sanità lombarda.
Nel ’98 sono iniziati i viaggi di studio in Israele per studiare direttamente in loco il modello e successivamente verificare la sua applicabilità alla realtà italiana.
Proprio in questa sede e sotto l’egida dell’AME si sono tenuti i primi incontri e si sono poste le basi per gli accordi incentrati sulla gestione dell’emergenza urgenza vista la tragica costante esperienza israeliana. Attualmente il sistema emergenza urgenza israeliano è applicato in Lombardia ed in altre regioni italiane (Veneto e Lazio in particolare) con ottimi risultati.
La consapevolezza che la sanità, intesa come un insieme di strutture atte alla salvaguardia della vita e alla promozione della salute , è in grado di aprire una breccia nei muri che separano ancor oggi le nazioni ed i popoli ha spinto un gruppo di amici, che avevano condiviso le esperienze sopradescritte , a creare una nuova associazione con l’obiettivo di realizzare una Rete sociosanitaria nei paesi del Mediterraneo in una prospettiva di pace, anche con soluzioni innovative e sperimentali. Di qui la nascita nel 2007 dell’Associazione Monte Sinai (che vede tra i soci fondatori 4 esponenti dell’AME). Tale associazione si è posta oltre a questo obiettivo primario una prospettiva di lungo termine di proporre e promuovere un sistema sociosanitario globale, universale e solidale.
L’aumento progressivo delle spese per la sanità, nonostante i tentativi di riforma del servizio sanitario nazionale , hanno nuovamente polarizzato l’interesse verso altri aspetti e sviluppi del sistema sanitario di Israele quale il rapporto tra ospedale e territorio , la creazione di strutture intermedie e l’assistenza domiciliare per i malati cronici.
La regione Lombardia ha verificato la applicabilità alla nostra realtà di tali sistemi e ha dato inizio ad una sperimentazione che ha attirato l’interesse di parte dell’establishment americano che in questi mesi sta affrontando il problema della riforma del suo sistema di welfare. Sono passati 10 anni dal primo incontro e nella stessa sede abbiamo voluto rincontrarci. La Comunità Ebraica di Milano, l’Associazione Medica Ebraica – Italia e l’Associazione Monte Sinai hanno organizzato un dibattito con la presenza dei vertici della sanità lombarda e israeliana e degli autorevoli esponenti della sanità americana per mostrare agli addetti ai lavori e a tutta l’opinione pubblica i risultati del modello socio-sanitario israeliano e spiegare il suo legame l’organizzazione socio-sanitaria della Lombardia, con cui collabora per migliorare le prestazioni salvavita e i servizi per la popolazione.

Giorgio Mortara, presidente dell’Associazione Medica Ebraica