Venezia cinema – Eyes Wide Open, tensioni insanabili e amori difficili

È passato un mese dall’attacco omicida contro un centro culturale gay di Tel Aviv. La morte di due giovani ha scosso profondamente la società israeliana e ha riportato all’attenzione dei mass media la questione omosessuale.
Alcuni attivisti hanno accusato esponenti ultraortodossi dei partiti religiosi di destra d’incitare all’odio.
Negli ultimi anni il cinema israeliano ha dimostrato più volte un’attenzione per il sociale. Le tensioni che corrono tra le diverse anime della società d’Israele (ashkenazim e sefardim, religiosi e laici, ebrei e mussulmani, telaviviani e gerosolomitani…) sono raccontate e analizzate sullo schermo per poi, in una luminosa rifrazione, creare reazioni negli spettatori.
Il cinema agisce così sulla società.
La questione omosessuale è stata affrontata in numerosi film. È, per esempio, un tema fondamentale dell’opera di Eytan Fox. Yossi e Yager narra la storia d’amore tra due soldati mentre in Camminando sull’Acqua il nipote omosessuale di un nazista viaggia in Israele insieme alla sorella.
Ora il regista Haïm Tabakman, con Eyes Wide Open mette in scena una storia ambientata nella comunità ultraortodossa di Gerusalemme.
Presentato nella passata edizione del Festival di Cannes, il film racconta l’incontro tra Ezri (Ran Danker), un giovane studente di Talmud senza casa e famiglia e Aaron (Zohar Strass), macellaio, membro rispettato della comunità, sposato con Rivka (Tinkerbell) e padre di quattro figli. Ezri, alla ricerca di un tetto e un lavoro, inizia a lavorare nella macelleria. Dolcemente, tra i due uomini, nasce una storia e Aaron sarà costretto a fare una scelta: fra le responsabilità della comunità e della famiglia i sentimenti.
La macchina da presa si muove lentamente seguendo geometrie precise, quasi a voler sottolineare i movimenti contenuti e attenti dei personaggi, gli spazi stretti nei quali vivono, i loro corpi.
La vita segue una precisa scansione. Tabakman, però, non si abbandona a una critica dell’oscurantismo religioso: i suoi personaggi agiscono seguendo ragioni profonde. Tutti sono radicati nei loro mondi perché hanno fatto le loro scelte e vivono conseguentemente.
Aaron è devoto e sinceramente innamorato di sua moglie. Tuttavia è attratto anche da un uomo che gli offre qualcosa di totalmente nuovo.
Se la vita nella comunità appare distante dalla natura e dal corpo, la storia d’amore è libera e naturale. Sono due mondi inconciliabili e Aaron, che rende la carne kasher, si trova nel mezzo, tra il puro e l’impuro con il suo corpo che diventa luogo di tensione e dell’incontro impossibile tra due diversi ordini.
Il cinema in Israele serve anche a questo; ad avvicinare mondi che non si riconoscono e a tentare disperatamente di connetterli.

Rocco Giansante