offerte…

“…chi presenta il suo sacrificio di shelamim al Signore, porterà la sua offerta verso il Signore tratta dal suo sacrificio di shelamim” (Vaikrà 7:29). C’è una differenza pratica tra la presentazione del sacrificio di “shelamim” (dalla stessa radice di shalom) rispetto agli altri. I sacrifici di “olà, chattat e asham” (sacrifici che si devono offrire per una trasgressione) devono essere dati al Kohen che poi eseguirà tutte le azioni di rito. La mancanza di partecipazione da parte dell’offerente è data dal fatto che il sacrificio sia espressione di kapparà (espiazione per una colpa) e la persona colpevole è in una condizione di incompletezza spirituale tale da non essere “presentabile” davanti al Signore, ha bisogno di un intermediario. Riguardo i shelamim, sacrifici che si presentano con gioia e pienezza, la partecipazione dell’offerente alle azioni di rito del Kohen è addirittura richiesta. Speriamo che le nostre azioni, specie quelle che ci rendono “impresentabili”, possano essere riconosciute e non perseverate affinché nuovamente si possa essere degni di partecipare alla vita collettiva della Comunità come se si offrisse un korban shelamim, in gioia e pienezza. Colgo l’occasione per fare a tutti i migliori auguri di Chag Purim Sameach!

Adolfo Locci, rabbino capo di Padova