Morpurgo, architetto a Madrid
“Il paese non era preparato”

Schermata 2017-08-18 alle 12.49.58Non vive a Barcellona, Andrea Morpurgo, architetto italiano che nonostante da alcuni anni viva e insegni a Madrid continua a impegnarsi per il patrimonio cultuale ebraico del suo paese d’origine. Già consigliere della Fondazione per i Beni Culturali in Italia, con cui continua a collaborare, Morpurgo si trovava comunque in città. “Anche se non alla Rambla, perché la famiglia di mia moglie è di una città vicina” precisa l’architetto. “Eravamo in visita da amici. Nonostante non fossimo nella zona dell’attentato la notizia ci ha raggiunti subito, anche se all’inizio le informazioni erano molto confuse. E non parlo del passaparola, o di quello che si viene a sapere dai social, anche le fonti di informazione ufficiali hanno diffuso notizie poi non confermate”.
Confusione, e una città che immediatamente si è bloccata, applicando quei protocolli utilizzati in passato con altri terrorismi. “È stato impressionante – prosegue Morpurgo – vedere come Barcellona nel giro di pochissimo fosse completamente paralizzata: i controlli in uscita dalla città erano effettuali letteralmente macchina per macchina. A noi è andata relativamente bene, abbiamo impiegato un po’ più di un’ora per fare un tragitto che normalmente dura neppure venti minuti, ma ci sono persone che sono rimaste bloccate per strada per ore anche dopo essere uscite dai locali in cui si erano rifugiate, anche consigliate dalle autorità”.
Immediata, come successo altrove in occasioni simili, la solidarietà cittadina: dalle persone scese in strada per portare acqua e cibo a coloro che erano bloccati in auto da ore alla disponibilità a ospitare chi avesse avuto problemi a rientrare a casa. A colpire l’architetto Morpurgo, però, sono stati prevalmentemente altri aspetti, meno positivi: “Nonostante la Spagna sia stata il primo paese colpito dagli attentati – è di più di dieci anni fa l’attacco a Madrid, il primo dopo quello alle Torri Gemelle – è come se nel paese fosse prevalsa l’idea che gli attentati sono qualcosa che avviene altrove. Non ho avuto l’impressione che la reazione della sicurezza sia stata né rapida né così efficace: il furgone ha percorso un lungo tratto di strada, e chi lo guidava è riuscito a sparire. C’erano poliziotti impegnati a controllare i tanti ambulanti che lavorano a ogni ora nelle zone più affollate da un turimo che in queste settimane riempie il centro della città, ma la reazione all’attentato mi è parsa abbastanza confusa, come se fosse una grande sorpresa. E invece si tratta di una modalità già vista altrove molte volte, purtroppo. Una modalità, tra l’altro, che mi colpisce per il bassissimo investimento anche economico necessario, assolutamente impossibile da paragonare ai costi umani e materiali, che sono sempre altissimi”. Immediata la condanna delle istituzioni, mentre la reazione delle comunità ebraiche è stata meno evidente: “Ma non deve stupire, le comunità ebraiche spagnole hanno molta meno visibilità di quanto succeda in Italia: non hanno una voce forte, ascoltata. È stata invece molto forte la reazione della Commissione Islamica di Spagna, che ha espresso una condanna decisa e immediata, porgendo le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime e ribadendo l’impegno nella lotta al terrorismo. Non va dimenticato che stiamo parlando si un paese in cui la presenza islamica è molto significativa: la comunità maggiore si trova proprio a Barcellona, ma ci sono anche le enclaves di Ceuta e Melilla, in Marocco. Proprio per questo mi ha colpito la rapidità e la decisione con cui hanno reagito”.

Ada Treves twitter @ada3ves

Di seguito il comunicato emesso dalla Comunità islamica di Spagna.
La traduzione è di Arianna Mercuriali, studentessa della Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste e tirocinante presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

“La Commissione Islamica di Spagna condanna fermamente e manifesta il proprio orrore circa l’attentato terroristico avvenuto a Barcellona, durante il quale un furgone ha investito, alle 17, diverse persone sulla Rambla della città catalana, provocando almeno due vittime e più di venti feriti.
I musulmani spagnoli porgono le proprie condoglianze alle famiglie delle vittime, auspicano la completa guarigione dei feriti ed esprimono la loro solidarietà al popolo barcellonese e spagnolo.
Di fronte a questo atto criminale, la Commissione Islamica di Spagna ribadisce il proprio impegno nella lotta contro qualsiasi forma di terrorismo, e spera che i responsabili del suddetto attentato possano essere fermati e consegnati alla giustizia al più presto”.

(18 agosto 2017)