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10 dicembre 2017 - 22 Kislev 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Viviamo la vita guardando avanti ma la capiamo solo guardando indietro.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
“Il capo dei coppieri, invece di ricordarsi di Giuseppe, lo dimenticò”. [Gn 40,23] Poi si ricorda [Gn, 41, 10 e sgg] perché si ripete la stessa situazione: qualcuno sogna, nessuno riesce a darne una spiegazione. La ripetizione indica due diversi significati che testimoniamo di due diversi processi. Dimenticare e avere memoria sono due atti intenzionali.
 
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Proteste palestinesi,
alta tensione
“Mentre il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si prepara ad incontrare i leader dell'Ue in Europa - il francese Macron per primo-, le tensioni in Israele e nei territori palestinesi continuano ad essere alte. Da dopo l'annuncio del Presidente Usa Donald Trump sul riconoscimento di Gerusalemme capitale d'Israele di mercoledì scorso, migliaia di palestinesi sono scesi in strada per protestare e sono scoppiate le violenze e gli scontri con le autorità israeliane. “A manifestare sono tre o quattromila giovani, ben poco rispetto ai circa tre milioni e settecentomila palestinesi residenti tra Gaza, Gerusalemme est e Cisgiordania. - la ricostruzione di Lorenzo Cremonesi sul Corriere - Eppure, i bilanci delle vittime sono in crescita. Nelle ultime 24 ore sono rimaste ferite 270 persone. I morti pare siano quattro, tutti di Gaza”. Cremonesi spiega che, sotto la pressione delle manifestazioni, il leader palestinese Mahmoud Abbas ha deciso di non incontrare il vicepresidente americano Mike Pence e accusa Washington di non essere più un partner imparziale per i negoziati di pace (). D'accordo con Abbas, Munir Maqdah, leader di Fatah in Libano, che, intervistato da Repubblica, invita – per il momento – i palestinesi a manifestare pacificamente “senza ricorso all'uso delle armi”. Ma dal Libano arrivano anche le parole minacciose del comandante delle milizia irachena Asaib Ahl al-Haq che dal confine nord di Israele, proclama: “Siamo qui pronti alla lotta per la causa palestinese e contro l'occupazione israeliana: liberemo Gerusalemme”. La Stampa a riguardo parla di minaccia sciita e spiega che “il premier Netanyahu ha sentito l'esigenza di ricompattare l'alleanza con gli Stati arabi sunniti”, prima di partire per l'Europa ma alle spalle si lascia anche le proteste contro di lui e contro le indagini che lo coinvolgono per casi di corruzione (Repubblica).

La partita di Trump di Medio Oriente. “ Trump è forse matto, ma non credo sia un idiota né che lo siano gli uomini che lo circondano. Piuttosto che il gesto non ponderato di un leader incendiario, la pericolosa decisione di spostare l'ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme mi pare più un'azzardata scommessa sul futuro della Palestina”, l'analisi dell'intellettuale ebreo ungherese Marek Halter su Repubblica. “È infatti verosimile – scrive Halter - che dopo aver fatto questo regalo a Netanyahu, Trump possa chiedergli o, meglio, imporgli di sedersi al tavolo del negoziato con il presidente palestinese Abu Mazen”. “I regali non sono gratis: - il commento di Omer Barley (Repubblica), ex colonnello dell'esercito di Israele che partecipò assieme al fratello di Netanyahu al blitz di Entebbe nel 1976 - dovrà partire il negoziato e Israele dovrà affrontare l'assetto dei due Stati, lo status di Gerusalemme città su cui anche i palestinesi rivendicano diritti, la separazione dei due popoli, il rientro dei coloni”. Intanto in Europa, racconta Daniel Mosseri su Libero, “l'Italia prende le distanze da Donald Trump, secondo il quale Gerusalemme è la capitale dello Stato ebraico. Al Palazzo di Vetro, Roma si accoda a Parigi e Berlino, criticando le dichiarazioni di Trump che 'non aiutano le prospettive di pace nella regione'”.

Como, la sfilata antifascista. Migliaia di persone hanno sfilato ieri a Como – teatro di un episodio legato ai naziskin – in difesa dei principi democratici e contro i nuovi rigurgiti di estrema destra in Italia. Diversi i resoconti sui giornali, ( Corriere, Repubblica e La Stampa) e c'è spazio per una polemica: assente infatti il sindaco di Como, Mario Landriscina, a capo di una coalizione di centro-destra che ha definito l'iniziativa di parte (a organizzarla, il Partito democratico). "Non capisco come su certi temi ci si possa sottrarre”, la reazione della presidente della Camera Laura Boldrini (Repubblica). Su La Stampa, l'ex presidente della Corte Costituzionale Zagrebelsky sottolinea la necessità di difendere i giornalisti dalle minacce neofasciste dopo quanto accaduto a Repubblica, la cui sede è stata presa di mira da una squadra di contestatori sotto la bandiera di Forza Nuova. In un lungo editoriale Pierluigi Battista afferma che le nuove pulsioni di estrema destra non si combattono nei tribunali ma sul piano delle idee: “Combattere apertamente le idee fasciste, non cedere di un millimetro, raccontare la menzogna nazista di chi parla oscenamente di 'menzogna di Auschwitz': ma con la forza delle idee, degli argomenti, dell'ironia. Andare davanti ai teatri dove comici antisemiti se la prendono con gli ebrei, e fischiare e manifestare: non chiedere aiuto alla polizia o a un giudice, intasando i tribunali”.
 
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  davar
il premier israeliano netanyahu in europa
Gerusalemme, nuove tensioni
Torna la violenza terroristica

Dopo giorni di violente proteste da parte palestinese, nelle scorse ore il terrorismo è tornato a colpire. Una guardia di sicurezza è stata infatti accoltellata alla stazione di Gerusalemme, nell'ingresso che da su Jaffa street. La polizia ha definito l'aggressione un attentato terroristico e la guardia ferita, un giovane di vent'anni, versa in condizioni gravi. Un testimone della scena, vedendo il terrorista – un 24enne residente nei territori – scappare, ha iniziato ad inseguirlo assieme ad un poliziotto. I due sono riusciti a fermare l'attentatore, ora sotto arresto. E mentre a Gerusalemme come nei territori la situazione continua ad essere sotto stretta osservazione delle autorità israeliane – come riportano i giornali, il bilancio degli scontri legati alle proteste per il discorso di Trump sono di quattro palestinesi morti a Gaza e oltre 250 feriti - l'esercito israeliano ha scoperto l'ennesimo tunnel costruito dal movimento terroristico di Hamas per infiltrasi in Israele. Il tunnel che, si estendeva per poche centinaia di metri in territorio israeliano, è stato distrutto sabato sera; secondo fonti militari,  era stato scavato negli ultimi mesi dalla zona di Khan Younis nei pressi di terreni agricoli situati a circa un chilometro di distanza dalle comunità israeliane del Consiglio regionale Eshkol.
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le reazioni ebraiche dopo i fatti di Göteborg
Attacco a una sinagoga in Svezia
"L'Europa fermi gli antisemiti"

Grave episodio di antisemitismo nella notte a Göteborg, in Svezia, dove sono state lanciate bombe molotov contro la sinagoga della città. Fortunatamente l'attacco non ha causato feriti e, secondo gli ultimi aggiornamenti, la polizia ha arrestato tre persone considerate responsabili dell'attacco. Allan Stutzinsky, testimone dell'accaduto, ha raccontato all'agenzia di stampa TT di aver visto una dozzina di giovani mascherati che gettavano oggetti nel giardino che circonda la sinagoga e poi fuggire. Ore prima dell'attacco diverse centinaia di persone avevano marciato attraverso il centro di Göteborg per protestare contro la dichiarazione del presidente Usa Donald Trump su Gerusalemme capitale dello Stato ebraico, ha dichiarato George Braun, guida della Comunità ebraica, all'agenzia di stampa ebraica Jta. All'ebraismo svedese in queste ore sono arrivati i messaggi di solidarietà di tutto il mondo ebraico internazionale – con la vicinanza espressa anche dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. “La violenza antisemita non sarà mai tollerata; invitiamo tutti i governi europei a rendere questo messaggio immensamente chiaro e vincolante” ha dichiarato il Ceo del World Jewish Congress Robert Singer.
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pagine ebraiche di dicembre
Philip Roth, un gigante americano
Curato dalla professoressa Elèna Mortara, che ne firma il saggio introduttivo, il Meridiano dedicato agli scritti di Philip Roth (nell’immagine con Primo Levi) appena uscito presenta una ricca selezione della narrativa di uno dei più grandi intellettuali contemporanei, con i più significativi romanzi del periodo giovanile e della prima maturità. Su Pagine Ebraiche di dicembre, attualmente in distribuzione, proprio Mortara – in un ampio approfondimento dedicato dal giornale dell’ebraismo italiano allo scrittore americano – racconta la complessità e il fascino del lavoro editoriale fatto per Mondadori su Roth.

Mi è stato chiesto di condividere alcune riflessioni riguardo alla mia esperienza come curatrice del primo Meridiano Mondadori dedicato a Philip Roth e di raccontare “le difficoltà e le soddisfazioni di questo grande lavoro”. “Credo”, ha aggiunto, nel suo gentile messaggio di invito, il direttore del giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche e dei notiziari quotidiani dell’UCEI Guido Vitale, “che per il lettore sarebbe bello e utile, e che ti darebbe l’occasione per diffondere una tua considerazione generale sull’opera di Roth”. Come resistere a tanti argomenti tentatori, così amichevolmente avanzati? La maggior soddisfazione, rispondo, è quella di aver ora tra le mani un libro di grande bellezza – circa duemila pagine di finissima carta splendidamente rilegata, con otto romanzi dell’autore riuniti insieme e un ampio apparato critico di cornice – dedicato al maggior scrittore americano vivente, e di sapere che questa opera sarà utile per i lettori e che rimarrà come punto di riferimento in Italia per chi voglia conoscere a fondo un gigante della letteratura contemporanea. Un gigante, Philip Roth, autore di ben ventinove romanzi e tre raccolte di saggi (inclusa l’ultima, da poco uscita in America), vincitore a partire dal 1960 di decine di prestigiosi premi letterari, ma, scandalosamente, mai dell’atteso premio Nobel per la Letteratura, di cui sono stati invece meritatamente insigniti negli anni ’70 del ’900 due dei maggiori scrittori ebrei americani della generazione immediatamente precedente, Saul Bellow e Isaac Bashevis Singer. In mancanza, almeno per ora, di questo riconoscimento svedese, saranno i lettori di tutto il mondo a continuare a conferirgli il loro premio, leggendo i suoi libri. E per chi ha lavorato al Meridiano Roth, oltre che dal piacere per l’opera compiuta, la vera soddisfazione verrà dal riscontro critico e dei lettori, cui questo volume è destinato.
La maggiore difficoltà che ho dovuto superare nello scrivere il saggio introduttivo al volume – un saggio che non riguarda solo i romanzi in esso inclusi, ma l’intera opera di Roth – è legata alla multiforme personalità di questo immenso scrittore dalla produzione fluviale e ricca di continue sorprese, che mi ha costretto a navigare tra tutte le sue esaltanti trasformazioni di modalità narrativa, per delineare il movimentato evolversi di una ricerca espressiva sviluppatasi nel corso di oltre cinquant’anni di intensissimo lavoro.

In un centinaio di pagine, ho cercato di offrire il profilo generale dello scrittore, raccontandone i conflitti, i mutamenti del pensiero, le crisi, il
zigzagare da un romanzo all’altro alla ricerca di sempre nuove forme di espressione, le sfaccettature ma anche la tumultuosa coerenza, i punti nodali, il rapporto con altri scrittori e con le vicende del suo tempo, in un percorso letterario sempre più imponente per la quantità e qualità dei risultati. È stato impegnativo, ma anche esaltante immergersi nuovamente in tutta l’opera di questo grande romanziere, uscendo dalla lettura e rilettura sempre più convinta del suo valore e della sua importanza.

Elèna Mortara, Università di Roma Tor Vergata
 
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pagine ebraiche di dicembre 
Roth, maestro di libertà
Cala il sipario sullo scrittore. O forse si alza appena adesso, perché l’annuncio della rinuncia a scrivere ancora di Philip Roth sta finalmente innescando una riconsiderazione complessiva della sua vastissima opera. Nello spazio di pochi giorni hanno visto la luce il primo Meridiano a lui dedicato (“Romanzi 1959-1986”, a cura di Elèna Mortara e Paolo Simonetti, Mondadori editore), un tomo colossale, che supera le duemila pagine, il primo volume nell’edizione francese della Pleiade (“Romans et nouvelles 1959-1977, a cura di Brigitte Felix, Aurelie Guillain, Ada Savin e Paule Lévy, Gallimard) e “ Why Write? Collected Nonfiction 1960-2013”, Library of America. Una tripla consacrazione da una sponda all’altra dell’oceano, nelle collane più prestigiose per uno scrittore che era già considerato il più celebrato contemporaneo nel mondo culturale statunitense. E il momento per rileggere l’opera di Roth abbracciando con lo sguardo un orizzonte più allargato, una dimensione dove ogni lavoro trovi il giusto posto e la sua lettura appropriata nel quadro della vita del grande scrittore. “Oggi – scrive Marc Weitzmann su Le Monde des Livres – Roth è uno degli ultimi scrittori assoluti nel senso in cui lo intendeva Flaubert. L’ultimo rappresentante dei romanzieri nati prima del trionfo della televisione e di cui l’immaginazione, il potenziale di concentrazione, hanno potuto strutturarsi interamente dall’ambiente letterario, attraverso un processo che oggi non sarebbe più nemmeno immaginabile”. Il fatto è che Roth, dopo aver sfornato un libro dopo l’altro per oltre mezzo secolo ci ha fatto sapere che è stanco di scrivere. Ma a 84 anni compiuti non pare affatto stanco di pensare. Secondo il giudizio di alcuni critici proprio l’estrema ricchezza e lo spettro di versatile diversificazione, che da un romanzo all’altro caratterizzano la sua opera, del resto, hanno certo contribuito all’immensa popolarità di Roth, ma hanno reso molto più difficile la possibilità di abbracciarne il significato complessivo.
I suoi primi lavori, tutti compresi nelle edizioni dei Meridiani e della Pleiade, mettono in luce definitivamente la capacità di Roth di utilizzare fino alla vertigine il materiale autobiografico e pongono in evidenza un’opera estremamente diversificata, proteiforme e sovversiva, che Paule Lévy giudica “caratterizzata dall’eccesso e dalla trasgressione, refrattaria a tutti i tentativi di classificazione”. Ma accanto al lavoro colossale del Roth narratore che attraverso le edizioni critiche ora fresche di stampa ritrova una sua dimensione unitaria, dalle parole di uno scrittore che ha rinunciato a scrivere nuova letteratura, emerge ora anche la dimensione del critico e del maestro di letteratura. Il nuovo volume, il decimo e ultimo che gli dedica la prestigiosa Library of America, raccogliendo gli scritti di critica letteraria e altre prose scritte in oltre 50 anni di lavoro, dona a Roth, proprio per staccarsi dall’impronta della lunga serie delle sue opere, la prima copertina a colori e ne svela una ulteriore personalità eccezionale, quella del saggista.

Guido Vitale
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l'appello per il restauro urgente
“Firenze, tempio in sicurezza
Serve una mobilitazione”

Obiettivo: trovare entro il 20 dicembre le risorse sufficienti per far sì che la sinagoga di via Farini possa essere messa in piena sicurezza. In particolare la sua cupola interna, dopo che una recente ricognizione ha messo in luce il rischio elevato di caduta dall’alto di pesanti fregi di legno.
A lanciare l’appello è il presidente dell’Opera del Tempio ebraico di Firenze, l’architetto Renzo Funaro.
Sottolinea Funaro, che negli scorsi giorni ha guidato un’assemblea tra gli ebrei fiorentini e che si è detto pronto a coinvolgere una serie di enti e associazioni che da tempo collaborano con l’Opera: “Abbiamo bisogno di fissare un obiettivo concreto: è assolutamente necessario investire immediatamente 50mila euro per il lavoro urgente. E se raccogliamo almeno 20mila euro dalla comunità ebraica entro il 20 dicembre, potremo richiedere e contare sul finanziamento per altri 30mila euro. Se non raggiungiamo questo obiettivo, rischiamo di perdere gli indispensabili 30mila euro di finanziamento”.
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il mattatoio chiuso dal 2015 e il video virale
La tutela dei diritti degli animali
e quelle polemiche orchestrate

La scorsa settimana è diventato virale un video in cui si mostravano le immagini terribili di violenze subite da degli agnelli all'interno di un mattatoio nella zona di Viterbo. A diffondere il video apparentemente appena girato, l'associazione animalista Animal Equality e, nel far circolare la notizia, sul web si era parlato di un mattatoio che operava macellazioni rituali (con riferimenti alla shechitah ebraica e la dhabihah islamica). Attraverso ricostruzioni giornalistiche successive è però emerso che il video è del 2015, la struttura dove sono state riprese le brutali immagini è stata chiusa dopo un'indagine avviata dalle autorità e la stessa non aveva nulla a che fare con le macellazioni rituali casher. L'unica struttura autorizzata nella zona di Viterbo a macellare casher è l’Ilco.
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la presentazione al centro pitigliani
Da Roma a Padova, i canti
delle sinagoghe italiane

Sala gremita al Centro Pitigliani di Roma per la presentazione del cd Shirè Miqdash, che su iniziativa del rav Adolfo Locci raccoglie i più importanti canti della liturgia ebraica. Da Lechà Dodì a Ani Maamin, da Yafutzu a Bachurim. Obiettivo: valorizzare i canti sacri delle sinagoghe, in un itinerario che da Roma (la città in cui è nato) l'ha portato fino a Padova (la città dove è rabbino capo). A condurre la serata il professor Pasquale Troìa.
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qui torino - segnalibro
Umanità e alienazione
Ieri sera si svolta presso il Circolo dei Lettori di Torino la presentazione del saggio di Giuseppe Veltri Sapienza alienata (edito da Aracne). Veltri è professore ordinario di filosofia ebraica all’Università di Amburgo, dove dirige anche il Centro “Maimonide” di studi avanzati sullo scetticismo ebraico. Emigrato per ragioni di lavoro tre decenni or sono nella Berlino ancora divisa, Veltri può oggi considerarsi uno dei più insigni ebraisti dell’area tedesca (e quindi europeo). Questo lavoro di Veltri, che rientra nel suo interesse pluriennale per lo scetticismo filosofico, è un saggio che dimostra quanto l’intelligenza, il contesto culturale e le condizioni politiche possono favorire la fioritura di determinate correnti storiografiche ed esistenziali (come lo scetticismo), miranti alla creazione di un mondo tollerante e anti-dogmatico.

Vincenzo Pinto
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sorgente di vita
La Polonia e i suoi estremisti
È dedicato al volto più nero del nazionalismo in Polonia, alla ribalta delle cronache dopo la grande manifestazione a Varsavia lo scorso 11 novembre, il primo servizio della puntata di Sorgente di Vita in onda domenica 10 dicembre. Una piazza con decine di migliaia di persone, riunitasi in occasione dell’anniversario dell’indipendenza polacca, e monopolizzata da frange e rappresentanti dei movimenti di ultradestra. Ad analizzare la situazione, il giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn. 
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pilpul

Onda nera, ombra grigia
«No, non c’è un’onda nera che sta per sommergerci. Tuttavia, poiché in politica il vuoto viene sempre coperto, in genere più prima che poi, un segno chiaro e netto di ciò che stiamo vivendo è dato anche dalla rinnovata capacità di alcuni organizzazioni del radicalismo di destra di presentarsi sulla scena, raccogliendo il rifiuto di molti ma anche il consenso di non pochi altri. Così per le ultime, insistite manifestazioni di Forza Nuova, i flash mob intimidatori contro la redazione di un giornale piuttosto che nei confronti dei membri di un’associazione. Oppure per il crescente radicamento territoriale di CasaPound, espressione del «fascismo del terzo millennio». Altro tuttavia bolle in pentola, per un’area che pur scontando una perdurante marginalità (ed emarginazione), può contare senz’altro su un incremento di assensi e attenzioni, non solo da parte di sostenitori dichiarati ma anche in una “fascia grigia” alla ricerca di rappresentanza e riconoscimento collettivo.

Claudio Vercelli
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Il dado è tratto
Dopo la decisione del Presidente USA Trump di spostare la sede dell’ambasciata statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme, qualcuno lo accusa di essere riuscito dove anche l’egiziano Nasser alla fine raccolse una sconfitta: fornire un motivo al mondo arabo-musulmano per unirsi e sentirsi coeso.
Non credo sia utile stare qui a commentare i motivi del perché di questa scelta, che certo va solo a confermare la natura dei fatti. Ormai il dado è tratto e difficilmente si potrà tornare indietro..


Gianluca Pontecorvo, Consigliere UCEI
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