…kasherut

Premetto che questa nota non ha alcuna intenzione polemica, ma è solamente dettata da curiosità personale. Giorni fa durante un volo da Roma a una grande città americana con una compagnia aerea statunitense su mia richiesta mi è stato servito un pasto kasher. La confezione (di qualità ragionevole, a differenza di simili pasti offerti a volte su voli inter-europei) risultava prodotta da un’azienda industriale in una regione dell’Italia settentrionale. Il certificato di kasherut, sotto la dicitura Italian Kosher Food, risultava emesso dal Beth Din Tzedek – il Tribunale Rabbinico Ortodosso – di Lugano. Da questo derivano alcune domande: 1. Esistono in Italia autorità rabbiniche in grado di certificare la kasherut di un alimento prodotto e distribuito in Italia? 2. Visto che la Confederazione Elvetica non fa parte dell’Unione Europea, esistono normative Ue vincolanti in materia di kasherut? 3. Esiste un rapporto fra le circoscrizioni territoriali delle comunità ebraiche italiane, ognuna delle quali ha un Rabbino capo o facente funzione, e le competenze territoriali delle autorità rabbiniche che controllano la produzione di alimenti kasher? 4. Esiste, nell’ambito delle competenze del Rabbinato italiano, una procedura obbligatoria di certificazione e di autorizzazione in materia di kasherut? 5. E se almeno una della domande di cui sopra ha ricevuto risposta negativa, il pasto che io ho consumato in volo poteva ritenersi kasher?.

Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme