Dai salmi all’hip hop: la musica protagonista della Giornata europea della cultura ebraica

Il mito antico del Golem e la world music del giovane israeliano Idan Raichel. E poi la straordinaria bellezza dei salmi, i canti sinagogali, le sonate dimenticate di Leo Reinach e l’allegria del Klezmer. Sarà il linguaggio universale della musica a contrassegnare l’imminente Giornata europea della cultura ebraica che domenica vedrà in campo 27 paesi europei e, in Italia, le 21 Comunità ebraiche in una grande festa dedicata all’incontro e al dialogo che alla musica abbinerà, come già in passato, l’apertura dei luoghi ebraici, degustazioni kasher, libri e altro.
Giunta alla nona edizione e dedicata quest’anno al tema “Musica e parole”, l’iniziativa è ormai divenuta una piacevole consuetudine della prima domenica di settembre, ha sottolineato ieri il presidente dell’Ucei Renzo Gattegna presentando la manifestazione a Milano in un affollato incontro a palazzo Marino cui hanno preso parte il presidente del consiglio comunale Manfredi Palmeri, il presidente della Comunità ebraica milanese Leone Soued, Yoram Ortona, consigliere Ucei delegato alla manifestazione e Sara Modena, assessore alla cultura della Comunità ebraica milanese.

UNA SFIDA – “La nostra sfida di aprire nello stesso giorno le porte delle sinagoghe, dei musei, dei siti ebraici – ha detto – ha incontrato il crescente interesse, la curiosità, la voglia di conoscere del pubblico non ebraico”. “Si riteneva, erroneamente – ha proseguito – che le comunità ebraiche fossero luoghi chiusi, poco accessibili. La Giornata della cultura ci ha offerto un’occasione univa per vincere anche questo pregiudizio. Abbiamo mostrato che oggi, nel vecchio continente come nelle giovani democrazie dell’est Europa, le comunità ebraiche vogliono aprirsi alla società circostante, partecipare, farsi conoscere e confrontarsi portando il contributo della propria cultura e dei propri valori”.

IL SUCCESSO – Il riscontro di pubblico, fin dalle prime edizioni dell’iniziativa, è stato notevole in tutt’Italia. Sono infatti più di 50 mila i visitatori che lo scorso anno hanno voluto dedicare la prima domenica di settembre alla scoperta dell’ebraismo partecipando alle visite guidate, alle mostre, agli incontri e agli spettacoli. E la speranza è che l’afflusso alla giornata, che quest’anno coinvolge 58 località italiane, possa crescere ancora anche grazie a un tema di grande fascino quale la musica.
Nei teatri, nelle sinagoghe nelle sale da concerto e nelle piazze sarà infatti possibile ascoltare le mille forme in cui si declina la musicalità ebraica: melodie colte e popolari, ritmi chassidici e musiche sefardite, canti liturgici e klezmer insieme alle nuove proposte emergenti sulla scena contemporanea dalla world music all’hip hop. Musiche che spiegano l’integrazione e l’incontro con e le altre culture, che esprimono gioia o malinconia, che sono espressione dei momenti felici e delle pagine tristi e offrono una chiave preziosa per conoscere e capire meglio la vita e la cultura ebraiche.

DUE LE CITTA’ CAPOFILA – Capofila per l’Italia saranno quest’anno due città italiane, Milano e Mantova, due comunità ebraiche vicine e profondamente diverse. “Milano riveste un ruolo insostituibile nell’ebraismo italiano – spiega Renzo Gattegna nel corso della presentazione – Si tratta infatti della seconda comunità ebraica del paese, dove si sono raccolti e integrati ebrei provenienti da altre località italiane e in seguito dall’est Europa e dai paesi del Mediterraneo. Mantova è invece una delle più piccole comunità italiane, la città di Salomone de’ Rossi, violinista e compositore alla corte dei Gonzaga”.
“Per Milano – ha sottolineato Manfredi Palmeri – è un’occasione importante per riscoprire le nostre radici, conoscendo meglio noi stessi e il nostro percorso per il futuro”. “Tutto l’anno – ha proseguito – sarà ricco d’iniziative che legheranno Milano all’ebraismo a consolidare i rapporti tra la città e la comunità ebraica che di recente hanno visto un impegno nella Fondazione Giardino dei Giusti e nell’associazione Binario 21 oltre al conferimento alla scuola della Comunità Sally Mayer della benemerenza civica”.
E dalla Lombardia la Giornata della cultura ebraica raggiungerà l’intero paese, dal Nord al Sud, da Casale Monferrato a Trieste, da Pitigliano a Roma, da Pisa a Torino, in un’onda di note che arriverà fino alla Puglia, la Calabria e la Sicilia: luoghi dove non vi sono oggi comunità organizzate ma si registra un crescente interesse per la riscoperta e la valorizzazione della presenza ebraica.

UN LINGUAGGIO UNIVERSALE – “Nulla come la musica riesce a trascendere i confini e le barriere tra i popoli – ha detto Leone Sued – Si tratta di un linguaggio in cui tutti possiamo provarci, riconoscerci e incontrarci che ottimamente si presta a comunicare la cultura ebraica, da secoli abituata a esprimere proprio nella musica il suo senso della vita”. “Nell’ebraismo – spiega infatti Yoram Ortona – la musica scandisce da sempre la vita religiosa, spirituale e culturale. Gli ebrei, che hanno vissuto per oltre 2 mila anni a stretto contatto con altre culture, occidentali e orientali, hanno riversato questa molteplicità d’influssi nella loro produzione musicale. E ad arricchirla ulteriormente hanno contribuito i riti e le molteplici tradizioni che il popolo ebraico ha portato con sé spostandosi nei diversi paesi”.
Il risultato sono melodie e canti del tutto originali in un repertorio di grande varietà e spessore che domenica, per l’intera giornata, potrà essere apprezzato in tutta la sua bellezza nei siti ebraici di tutt’Italia.

Daniela Gross