Shoà / Torà
Portiamoci con noi nella Giornata della Cultura dedicata alla musica la straordinaria e lacerante immagine che traggo dall’intervista di Angel Wagenstein a Maurizio Cecchetti sull’Avvenire di oggi: i membri dell’orchestra filarmonica di Dresda, tutti ebrei, che nella notte dei cristalli, nel novembre di settant’anni fa, dopo aver eseguito la Sinfonia degli addii di Haydn, vengono arrestati uno dopo l’altro mentre scendono dal palco e mandati a Dachau. Fa parte di un romanzo dello scrittore bulgaro, che in questi giorni parlerà al Festival della letteratura di Mantova. Non l’ho ancora letto, anche se mi riprometto di leggerlo presto, si chiama Shangai addio, ed è pubblicato in Italia da Baldini e Castoldi.
Anna Foa, storica
Shammai dice: ” fa della tua (occupazione di ) Torà un impegno fisso, parla poco, fai molto e accogli ogni persona con volto sereno”.
La Torà non è un hobby per i ritagli di tempo ma costituisce piuttosto una visione del mondo e della nostra esistenza. Non possiamo limitare il nostro essere ebrei alle sole occasioni “religiose” ma dovremmo leggere e interpretare tutto ciò che circonda la nostra vita nell’ottica della Torà. Questo approccio può aiutarci anche a relazionarci al nostro prossimo con meno diffidenza e con maggiore serenità.
Roberto Della Rocca, rabbino