La Giornata della cultura ebraica: musica, parole, incontri in tutta Italia
I suoni di una tradizione secolare e le nuove vocazioni musicali del contemporaneo. Si snoderà su queste due rotte, che nell’ebraismo così spesso s’intrecciano fino a confondersi, la Giornata europea della cultura ebraica. Dedicata in questa nona edizione al tema “Musica e parole”, la manifestazione vedrà concerti, spettacoli e incontri lungo tutta la penisola: dal Nord, dove Milano e Mantova sono quest’anno città capofila, alla Puglia, la Calabria e la Sicilia dove non vi sono oggi comunità organizzate ma cresce l’interesse per la riscoperta e la valorizzazione della presenza ebraica.
A Milano, città capofila della Giornata insieme a Mantova, il programma prende il via alle 11 al Tempio centrale con il saluto delle autorità, il suono dello shofar, un intermezzo musicale con il clarinettista israeliano Amit Arieli e un intervento di rav Alfonso Arbib. Dalle 155, nella sala Jarach si susseguono gli incontri con rav Roberto Colombo (“Il dono della Torà tra suono e canto”), Gianni Gualberto Morelembaum (I sopravvissuti di Varsavia: la tradizione ebraica nella musica del Novecento”) e Bruno Finzi che ricorderà il padre, il compositore Aldo Finzi.
Ancora musica dalle 17 al teatro Dal Verme con uno spettacolo di Miriam Camerini dedicato al mito del Golem. Alle 20.30 è di scena la musica ebraica liturgica e klezmer affidata all’esecuzione dell’Orchestra nuova cameristica diretta da Andrea Gottfried. Alle 22 il musicologo Francesco Spagnolo svelerà la vita notturna degli ebrei italiani nell’età dei ghetti. “Da tempi remoti – spiega infatti Sara Modena, assessore alla cultura della Comunità ebraica di Milano – la tradizione ebraica prevede cerimonia notturne di studio, di preghiera e di vero e proprio convivio con musiche, canti e danze”. “A partire dal Cinquecento – prosegue – queste manifestazioni si trasformarono in eventi culturali di rilievo, con musiche composte per l’occasione, che vedevano la partecipazione dei non ebrei, curiosi di scoprire le tradizioni dei loro concittadini e la vita all’intermo dei ghetti”.
Punta invece all’attualità Trieste, che alle 21, davanti alla monumentale Sinagoga, ospita in concerto “The Idan Raichel project”, uno dei gruppi simbolo della world music internazionale, guidato dall’israeliano Idan Raichel, in una serata di festa con degustazioni kasher e stand d’artigianato, organizzata per festeggiare i 60 anni d’Israele e dedicata alla fondazione benefica “Simcha layeled” che assiste bambini affetti da gravi patologie degenerative o vittime di attentati senza distinzioni di nazionalità o religione.
L’idea di portare a Trieste il Progetto, che in Israele è un grande successo e in Europa e negli States negli ultimi due anni ha conquistato pubblico e critica, nasce da una scelta precisa. “Con questa serata – spiega Andrea Mariani presidente della Comunità triestina – vogliamo mostrare al pubblico come nell’ebraismo la tradizione millenaria si coniughi a una grande vitalità culturale e come nella realtà ebraica, da secoli abituata a vivere insieme ad altre culture e religioni, la vocazione multiculturale e l’abitudine al dialogo siano un elemento centrale”. “The Idan Raichel project” coinvolge infatti artisti di nazionalità e origini diverse: musicisti arabi, vocalisti yemeniti, un percussionista del Suriname e una cantante africana per un mix di musica etiope, jazz, suoni elettronici, poesia araba, canti yemeniti, cantillazione ebraica e ritmi caraibici che parla d’amore e fratellanza e testimonia più di tante parole la possibilità d’incontrarsi e di dialogare al di là di ogni confine e pregiudizio.
A Torino, alle 16.30 nel centro sociale, si potrà ripercorrere insieme allo scrittore Filippo Tuena la suggestiva vicenda della famiglia Reinach, dalla splendida Parigi d’inizio Novecento alla tragedia della Shoah. A conclusione un concerto riscoprirà la sonata per violino e pianoforte di Leo, ultimo discendente dei Reinach. Alle 18.30 rav Alberto Somekh e il priore di Bose Enzo Bianchi racconteranno la bellezza e l’intensità dei salmi. “Con quest’incontro – dice Sara Kaminski, assessore alla cultura della Comunità ebraica torinese – vorremmo incontrare il testo biblico nelle sue diverse sfumature partendo dalla tradizione ebraica”. “I salmi sono un riferimento quotidiano per ciascun ebreo – continua – e per la loro poesia e musicalità sono trovano riscontri di grande importanza nelle composizioni musicali e nell’arte di tante culture. Per questo abbiamo voluto ascoltare una voce, quella di Enzo Bianchi, che da tempo lavora al dialogo interreligioso”. Alle 21 l’incontro è invece con una musicalità legata all’oggi, quella di Nathan Morello che con la sua band propone un mix di hip hop, klezmer e gipsy.