La Giornata della cultura ebraica, l’Ucei invita a diffondere sapere e sviluppare il confronto

“Occorre spiegare agli italiani in modo chiaro cosa sia l’ebraismo – ha sostenuto Alain Elkann, il consigliere del ministro dei beni culturali Sandro Bondi aprendo nel tempio di Milano la Giornata europea della cultura ebraica – perché molti non sanno cosa sia”. All’incontro, in mezzo a un pubblico numeroso e caloroso che si assiepava nella sinagoga aperta al pubblico e mentre centinaia di analoghe manifestazioni si svolgevano in molte località italiane ed europee, è intervenuto anche anche il presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, che ha annunciato l’apertura del nuovo portale dell’ebraismo italiano moked.it.
“Sono lieto – ha annunciato il presidente dell’Ucei – di rendervi partecipi di un positivo risultato che si sta realizzando in queste ore: è iniziato il lancio del nuovo Portale dell’ebraismo italiano che può essere già aperto digitando l’indirizzo moked.it E’ un’iniziativa complessa e articolata, che in poco tempo impareremo a conoscere nella sua parte istituzionale, nella sua parte dinamica che contiene una ricca e quotidianamente aggiornata Rassegna stampa e nelle parti che saranno autonomamente gestite dalle singole Comunità. Disponiamo quindi ora di un nuovo efficace strumento per ricevere e per fornire notizie, per diffondere cultura, per sviluppare il confronto e la conoscenza. Tutti noi sappiamo quanto la formazione delle idee e delle opinioni sia condizionata dalla qualità, dall’obbiettività e dalla correttezza delle informazioni che vengono diffuse.
“Il nostro dovere – ha aggiunto Gattegna – è oggi più che mai quello di guardare al futuro, senza dimenticare il passato, in maniera attenta, programmatica e progettuale.
Gli ebrei italiani nel corso della loro bimillenaria presenza hanno donato all’Italia contributi insostituibili di cultura e di civiltà. Le comunità ebraiche non si sono mai chiuse in se stesse e hanno sempre partecipato al progresso generale di questo Paese, al quale appartengono e che anche a loro appartiene. Queste verità sono mirabilmente sintetizzate nella definizione che è contenuta nell’Intesa sottoscritta con lo Stato del 1986 secondo la quale le Comunità ebraiche sono “formazioni sociali originarie”, dove il termine “originarie” sta per fondanti, costituenti e quindi creatrici dello Stato stesso. Sono molto affezionato – ha commentato Gattegna – a questa definizione. A volte anche il linguaggio giuridico riesce a esprimere valori di carattere morale e storico.
“Tutto ciò che viene organizzato e proposto nella Giornata -ha spiegato il presidente dell’Unione – segue lo stesso filo logico. Aprire le porte per aprire le nostre menti al dialogo e alla comprensione; stimolare la curiosità ed essere pronti a rispondere a domande anche difficili che possono esserci rivolte da chi non ci conosce; accettare un confronto aperto per tentare di rompere una volta per tutte qualsiasi forma di emarginazione e di isolamento fisico e culturale; rifiutare il ghetto in tutte le sue possibili accezioni fisiche, morali, psicologiche. La storia del secolo scorso ci ha insegnato quanto sia ingannevole l’apparente senso di protezione che può derivare dal vivere in spazi circoscritti. Quanto sia pericoloso iniziare a subire qualsiasi forma di limitazione della libertà di movimento e qualsiasi interruzione del contatto con la società circostante”.
“Questa Giornata – ha concluso Gattegna – celebra quindi la pienezza del nostro diritto a manifestare il nostro pensiero ed è il risultato di 60 anni di libertà nel corso dei quali gli ebrei italiani ed europei hanno ritrovato l’interesse e il piacere di esternare, di raccontare se stessi, di comunicare. Oggi che la fortuna di vivere in Paesi rispettosi dei diritti delle minoranze ci consente il godimento dei diritti fondamentali, se non utilizzassimo in maniera consapevole queste potenzialità, saremmo complici degli intolleranti, che ancora esistono e che ogni tanto tentano di imporre la loro voce, seminando odio e pregiudizio. Oggi che viviamo in società libere e godiamo, rispetto alle generazioni che ci hanno preceduti del privilegio di poter programmare un futuro senza l’assillo di dover difendere la nostra vita e la nostra incolumità nel presente, abbiamo il dovere di essere attivi e vigili. Di difendere con tutte le nostre energie i valori della società avanzata e diversificata, la sola in cui possiamo vivere e testimoniare i nostri ideali da uomini liberi”.
Presenti molte autorità nazionali e milanesi e alcuni rappresentanti della comunità islamica, oltre a quelli di tutte le istituzioni e delle forze dell’ordine, la giornata è proseguita con un intenso calendario di manifestazioni culturali.