“Leggi razziste, responsabile fu il fascismo”
Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, in accordo con il Presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici, ha ribadito che per gli ebrei italiani non sono oggetto di discussione le condanne del fascismo e della Repubblica Sociale di Salò, che collaborò attivamente con gli occupanti nazisti alla deportazione di migliaia di italiani nei campi di sterminio. Gli esponenti degli ebrei italiani, condividendo le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sulla necessità di una memoria del fascismo condivisa, si augurano che oggi più che mai si sancisca la condanna dei regimi totalitari come un valore comune che unisca le forze politiche e il Paese. Il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche e il Presidente della Comunità di Roma hanno espresso inoltre il proprio dispiacere per le annunciate dimissioni dell’on. Walter Veltroni dal Consiglio di Amministrazione del costituendo Museo della Shoah di Roma e si augurano che siano possibili un chiarimento e una ricomposizione tali da permettere la prosecuzione di questo impegno comune.
“Mi sembra davvero difficile separare i due concetti: le leggi razziste furono emanate dal regime fascista”. Aveva intanto sottolineato il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna, a Milano per la Giornata europea della Cultura Ebraica, a proposito delle dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno sulle leggi razziali, definite “male assoluto”. “Le leggi razziali sono state emanate dal regime fascista, convalidate dalla monarchia – ha detto Gattegna – quindi mi sembra difficile separare le due cose: ritengo che quando si tratta di argomenti così importanti è necessario anche essere molto cauti nelle dichiarazioni e più che singole frasi bisognerebbe approfondire la parte storica, gli avvenimenti e insegnare ai giovani questo passato tragico perché non si ripeta mai più”.
Il consigliere del ministro per i Beni e le attività culturali Sandro Bondi, Alain Elkann, intervenendo a Milano all’incontro nella sinagoga di via Guastalla in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica ha aggiunto che “Le leggi razziali hanno privato l’Italia di tutta la cultura portata dal mondo ebraico, come la prestigiosa scuola di fisica e i numerosi docenti costretti ad andarsene”.
Non dimenticare la Shoah è un imperativo categorico che deve unire tutte le forze politiche senza contrapposizioni ideologiche o steccati. Lo ha affermato contemporaneamente a Gerusalemme il presidente del Senato Renato Schifani a conclusione di una visita allo Yad Vashem, il museo dell’ Olocausto. Schifani è giunto lo scorso mercoledì in Israele in pellegrinaggio privato assieme a una sessantina di parlamentari e sindaci italiani, tra i quali il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, i sindaci di Roma Gianni Alemanno e di Palermo Diego Cammarata. Il gruppo di parlamentari ha cominciato la giornata con una visita allo Yad Vashem, dove ha deposto una corona di fiori davanti alla fiamma perenne nella Sala della Rimembranza, prima di proseguire per i Luoghi Santi al cristianesimo a Betlemme.
Uscendo dal museo, che ripercorre tutte le tappe del genocidio ebraico per mano dei nazisti, Schifani, nel firmare il libro degli ospiti ha espresso l’augurio che “la notte della ragione e il buio della ferocia non ritornino mai più. Perché ciò avvenga l’imperativo categorico è non dimenticare. Questo deve essere l’impegno di tutti gli uomini di buona volontà”. Gli anni delle leggi razziali in Italia, ha poi detto rispondendo a giornalisti, “sono stati terribili e fanno parte del nostro patrimonio storico che ci impone come imperativo categorico quello di non dimenticare”. Le leggi razziali, ha detto il sindaco Alemanno, “sono state sicuramente uno dei momenti più bui nella storia italiana e qualcosa che noi dobbiamo condannare con la massima decisione”. “Roma e Gerusalemme – ha scritto Alemanno nel libro degli ospiti – sono per sempre unite nel rappresentare i valori della persona e nel rifiuto di ogni violenza”. Il sindaco Cammararo ha detto di aver provato “un’emozione fortissima e una profonda commozione”. “Da sindaco di Palermo – ha continuato – partecipare alla deposizione della corona è stato il segno di continuità per un impegno che la città di Palermo ha già assunto con l’apertura lo scorso anno di un Giardino dei Giusti del mondo”. Il pellegrinaggio dei parlamentari si svolge su iniziativa del rettore della Pontificia Università Lateranense, monsignor Rino Fisichella. “E’ sempre un’esperienza molto positiva – ha detto Fisichella – perché serve a far vivere ai parlamentari un momento particolare della loro esperienza di fede. Visitare i Luoghi Sacri al nostro Credo li invita a riflettere sull’ essenziale della vita, così da affrontare i problemi del paese con intensità ed efficacia”.
“Non è possibile scindere le due cose né per me né per gli ebrei italiani”. Lo ha detto il parlamentare del Pd Emanuele Fiano durante la Giornata della cultura ebraica riguardo alle dichiarazioni del sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Conosco la storia, forse non tutti hanno letto i libri che raccontano cosa fu il fascismo nel nostro paese, un ventennio di repressione culturale, l’alleanza con i nazisti, l’uccisione e la tortura di migliaia di partigiani e di antifascisti – ha detto Fiano – Le leggi razziali furono elemento essenziale della storia del fascismo, anche a prescindere dall’alleanza nazismo-tedeschi, l’idea razziale, le leggi razziali furono votate all’unanimità dal parlamento italiano, furono sottoscritte dal cavalier Benito Mussolini e dal Re d’Italia”. “Si decise che c’erano in questo paese cittadini di serie B – ha aggiunto – e lo decise il regime fascista, che si macchiò di quel crimine e che come disse il presidente Fini furono il male assoluto all’interno della storia del fascismo”. “Non capisco perché oggi si debba riscrivere la storia – ha concluso il parlamentare”.