Milano protagonista

Milano protagonista di questa edizione della Giornata europea della cultura ebraica.
La seconda comunità ebraica d’Italia ha spalancato le porte della sinagoga di via Guastalla per accogliere la cittadinanza in una grande festa di cultura e di emozioni. Discorsi ufficiali, saluti alle autorità, conferenze, interventi sono stati preceduti dal lacerante suono dello Shofar, il corno cavo di montone che la tradizione ebraica lascia vibrare nei momenti più solenni, in cui ha soffiato il rabbino milanese Roberto Colombo.
All’intervento del Presidente della Comunità Ebraica di Milano Leone Soued, cui erano a fianco molti esponenti ebraici milanesi, dal consigliere delegato alla giornata Ucei Yoram Ortona al consigliere Ucei Riccardo Hofmann, all’assessore milanese alla cultura Sara Modena, dal vicepresidente della Comunità Avram Hason all’ex presidente dell’Unione Claudio Morpurgo che ha portato il saluto del presidente della Regione Lombardia Formigoni, hanno fatto eco le risposte di molte autorità cittadine, cui la comunità milanese ha consegnato una targa a ricordo della Giornata.
In particolare il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato (nell’immagine assieme con Soued) si è rivolto alla sala gremita per ricordare il ruolo della metropoli lombarda sul fronte dell’integrazione delle minoranze. “Milano – ha detto anche a nome del sindaco Letizia Moratti – lavora per accogliere e integrare 170 etnie diverse e l’esperienza della Comunità ebraica di Milano è per noi preziosa per comprendere come i problemi possono essere risolti con equilibrio e senso di giustizia”.
De Corato faceva riferimento all’intervento di Soued, che poco prima aveva rivendicato il ruolo della Comunità ebraica milanese nella costruzione di una città più giusta e avanzata. Anche il presidente del Consiglio comunale milanese Manfredi Palmeri ha ricordato che Comunità ebraica e amministrazioni locali proseguiranno unite per costruire il futuro della città.
“La nostra – aveva detto Soued rivolgendosi ai milanesi – è una città dove si concentrano molte anime e molte problematiche non risolte. Ma è anche il laboratorio per eccellenza dell’Italia che guarda avanti. Lo stesso possiamo dire della difficile, ma straordinaria Comunità ebraica di Milano che ho l’onore di presiedere. Se le sfide del futuro sono costituite soprattutto dall’integrazione di genti e culture diverse, se la nostra ricerca di un terreno comune di incontro deve essere il traguardo da raggiungere, allora nessun luogo meglio della nostra città può rappresentare il laboratorio ideale.
Forse è proprio per questo motivo che i rapporti tradizionalmente molto solidi fra l’amministrazione comunale di Milano e la Comunità ebraica milanese continuano a crescere in maniera positiva. Sono sicuro che l’impegno del Sindaco Moratti, del Presidente del Consiglio comunale Manfredi Palmeri e di tutte le altre autorità municipali che continuano a valorizzare il ruolo e il messaggio degli ebrei milanesi lasceranno un segno positivo. Che le esperienze che stiamo sviluppando assieme rappresenteranno a lungo un patrimonio importante per tutti coloro che amano questa città e che ne vogliono tenere alta la bandiera”.
“Milano – ha aggiunto Soued – si prepara ad affrontare sfide importanti per il proprio futuro. A cominciare dall’Expo e da una rivoluzione sociale, organizzativa e urbanistica di cui la città sente il bisogno.
Sono sicuro che anche in questo caso gli ebrei milanesi sapranno dimostrare l’amore che nutrono nei confronti della città che è la loro casa e porteranno un contributo piccolo sotto il profilo numerico, ma determinante nella definizione dei valori in cui tutti i milanesi si identificano. Per raggiungere obbiettivi ambiziosi e realizzare un meritato rilancio la città ha bisogno di stare unita. Per progredire ha bisogno di identificare valori stabili e condivisi. Di fronte alla pressione di nuove categorie di cittadini che continuano a vedere in Milano la destinazione ideale per il proprio lavoro, il luogo migliore dover far crescere e studiare i propri figli, dobbiamo identificare valori largamente condivisi di progresso, libertà, rispetto reciproco e convivenza”.
“Il ruolo di una minoranza ebraica fedele alle proprie radici e rispettosa della propria città – ha proseguito il presidente della Comunità ebraica di Milano – non può essere semplicisticamente definito: noi vogliamo vedere la città dove abitiamo come un modello di accoglienza e di tolleranza di genti diverse, perché conosciamo il peso dell’esilio e dell’integrazione in luoghi diversi. Ma al tempo stesso siamo fermamente impegnati per rispetto delle regole del vivere civile. E non possiamo derogare da questi punti fermi, non possiamo sbandare, non possiamo assecondare sopraffazioni, intolleranze e oscurantismi, da qualunque parte provengano”.
“Ognuno di noi – ha concluso Soued – è convinto che tutta Milano, la città di Milano così come la realtà ebraica milanese, abbia molto da dire all’intera Italia e a all’intera Europa. In questo senso i destini della città e della sua comunità ebraica continuano a intrecciarsi”.