Sfogliando i giornali, voci a confronto

Alemanno e la frase sul fascismo. La comunità ebraica: chiarisca

[…] Le valutazioni con distinguo di Gianni Alemanno su fascismo (“Un fenomeno complesso, molti vi aderirono in buona fede”) e leggi razziali (“Quelle sì che furono il male assoluto, un cedimento al nazismo”) sollevano prevedibilmente l’indignazione del centrosinistra. Walter Veltroni praticamente lo invita a un ripasso: “Vorrei ricordare a chi la storia non la conosce perché l’ha letta sulla base di una considerazione parziale, che prima delle leggi razziali il fascismo aveva cancellato la libertà dei cittadini che non la pensavano allo stesso modo, al Parlamento c’era un solo partito, erano stati cancellati i sindacati, sono stati uccisi Antonio Gramsci e Giacomo Matteotti.
Che “non è possibile scindere le due cose”, glielo ripete Emanuele Fiano, deputato Pd ed esponente della comunità ebraica: “Nessuno insegue Alemanno per dargli colpe che non sono sue. Lui non c’era ma la Storia va raccontata come è successa: quel male assoluto faceva parte del fascismo”. […]

[…] “Le leggi razziali furono emanate dal regime fascista e convalidate dalla monarchia, quindi mi sembra difficile separare le due cose”, sottolinea seccamente il presidente dell’Unione delle Comunità italiane (Ucei) Renzo Gattegna. “Quando si trattano argomenti così importanti è necessario essere molto cauti”. E Piero Terracina, sopravvissuto ad Auschwitz: “Se non ci fosse stato il fascismo non ci sarebbero state le leggi razziali”.
Propende per un possibile fraintendimento Riccardo Pacifici, presidente della comunità romana: “o motivo di credere, anche alla luce dei molti incontri privati dì questi mesi, che il pensiero espresso dal nostro sindaco volesse arrivare a conclusioni diverse”. E nel dubbio invita Alemanno “ad un chiarimento” già oggi, durante le celebrazioni per l’8 settembre. […]
G. Pa. – Il Corriere della sera – 8 settembre 2008

“E’ la storia a dargli torto, gli orrori non si assolvono”

Marcello Pezzetti è uno dei massimi studiosi della Shoah: direttore del futuro museo dell’Olocausto, per Einaudi sta per pubblicare un corposissimo volume su tutti gli ebrei italiani deportati nei lager. Professor Pezzetti, ha sentito? Per Alemanno “il male assoluto” sono le leggi razziali non il fascismo. Cosa ne pensa? “Mi viene da sorridere. Per gli storici le categorie di “male assoluto” e “bene assoluto” non esistono, non significano niente, per gli storici esistono i fatti. il resto sono opinioni, illazioni”.[…]

[…] “I fatti. Il fascismo ha portato l’ltalia a una guerra disastrosa, ha provocato milioni di vittime, ha perseguitato e deportato gli ebrei. Nel ’38 chi ha effettuato i censimenti per individuarli? Chi ha creato un clima tale da spingere la popolazione a denunciarli? Chi li ha arrestati e avviati ai lager? Chi ha fondato la Repubblica sociale? Chi ha costruito il campo di concentramento di Fossoli? I fascisti. […]

[…] “Il razzismo, la politica di persecuzione, per il fascismo non è un dettaglio, è parte integrante dell’ideologia. E il passaggio dal razzismo fascista al razzismo antisemita è avvenuto perché era logico”.[…]
G. Vi. – La Repubblica – 8 settembre 2008

Quelle leggi razziali “italiane”

[…] settant’anni fa esatti questo Paese è stato capace di sfoderare una legislazione razziale che non è seconda a nessuno. Nemmeno alla Germania nazista, se restiamo sul piano dei documenti giuridici con cui la storia si racconta. “Leggi che suscitarono orrore negli italiani rimasti consapevoli della tradizione umanista e universalista della nostra civiltà”, ha ricordato il presidente Napolitano parlando delle leggi razziali del 1938 come mortali apripista della Shoah. […]
[…] Queste leggi, tanto spietate quanto assurde, non furono un meteorite precipitato sul ridente pianeta Italia da una remota e maligna regione siderale. Furono il prodotto di forze congiunte: il regime fascista, la consenziente monarchia (i cui degni eredi, forse perché non hanno pi nessun regio decreto da firmare, si son dati allo sport, con risultati davvero eccellenti nel lancio di boutades) e il popolo italiano. Stretto nelle maglie di questa orribile storia, che tuttavia è proprio la sua. […]
Elena Loewenthal – La Stampa – 8 settembre 2008

Fisichella, polemica su Pio XII

A Yad Vashem, dove l’orrore del nazismo diventa visibile e si trasforma in persone, volti, nomi, filmati, tutto nasce da una foto di Pio XII, l’unica immagine di un Pontefice dentro il museo dell’olocausto. Sotto c’è una didascalia, da sempre contestata dal Vaticano, che cita i “silenzi di Pio XII, la mancanza di una condanna all’uccisione degli ebrei, la non reazione con proteste scritte o verbali, il non intervento della Chiesa quando a Roma ci furono le deportazioni ad Auschwitz”. Frase che la guida, illustrando il museo ai politici, ha sottolineato, citando anche il caso dei criminali nazisti che il
Vaticano avrebbe aiutato a fuggire. […]

[…] a monsignor Fisichella, arcivescovo di Roma, cappellano di Montecitorio, che ha organizzato il viaggio in Terrasanta dei parlamentari, quel passaggio della guida proprio non è andato giù: “A Yad Vashem c’è una lettura politica della figura di Pio XII, e non storiografica. Ma se la questione è politica, venga trattata come tale, senza pressioni”. L’esponente del Vaticano insiste: “I fatti storici sono più complicati di quello che sembra, e non possono essere liquidati in due parole. Mi meraviglia che la guida abbia detto quelle cose: gli atti di Pio XII sono tutti pubblici, ci sono state commissioni di storici, ebrei e non, che li hanno valutati. Che la Chiesa sia stata contro gli ebrei è un luogo comune”.[…]

“L’Associazione Pave di New York, falla da ebrei, ha tirato fuori molte testimonianze di persone aiutate a salvarsi proprio dal Pontefice”. Poi che vuoi dire il Vaticano? La Chiesa, come tutte le istituzioni, è fatta di persone fisiche”.
Ernesto Menicucci – Il Corriere della sera – 8 settembre 2008