Solidarietà in piazza per tutti i cristiani perseguitati

“Siamo qui contro un’ignobile campagna di indifferenza di fronte a una verità scomoda che impone al mondo occidentale di fare i conti con se stesso e di non nascondersi più dietro un dito”. Il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici ha portato la solidarietà degli ebrei italiani all’appello di Liberal per difendere i diritti dei cristiani perseguitati nel mondo, cui anche l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane aveva dato pronta adesione. La manifestazione ha richiamato in piazza Montecitorio, a Roma, un animato gruppo di cittadini deciso a protestare contro le atrocità e le persecuzioni che subiscono i cristiani in India, e di qui a tutte le vittime del fanatismo religioso.
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna aveva aderito in precedenza all’appello per i cristiani perseguitati nel mondo. “Aderisco all’iniziativa di Liberal – ha dichiarato Gattegna – per manifestare solidarietà ai cristiani perseguitati nel mondo. Il diritto di tutti gli uomini di esprimere e praticare liberamente la propria opinione e il proprio credo religioso è un diritto fondamentale dell’uomo. Deve essere rispettato sempre e ovunque, e l’opinione pubblica e le forze politiche non possono rimanere indifferenti di fronte alla negazione o alla violazione di questo diritto”
Leader politici come Fini, Casini e Rutelli si sono uniti partecipando alla manifestazione nel rispondere al richiamo del direttore della testata Renzo Foa.
In piazza erano presenti anche ebrei italiani, mentre Riccardo Pacifici portava la sua testimonianza fra i leader politici.
Le dichiarazioni rilasciate dagli intervenuti sono state ferme, decise e concordi. “Non siamo qui per chiedere vendetta o cercare lo scontro, siamo qui stasera per da voce ai massacri, perché non si resti in silenzio di fronte ai mali del mondo, siamo qui per tenere desta l’attenzione, il silenzio su simili infamie è il delitto più grave.”
Momento toccante della serata l’accensione delle fiaccole, la speranza dei partecipanti era quella che luci potessero arrivare fino in India, che i cristiani perseguitati sentissero il calore e la solidarietà di tutta la gente presente. Le luci sono state il simbolo della lotta alle ingiustizie, contro le guerre e contro tutte le sofferenze, senza distinzioni di credo religioso o schieramento politico.
Tra il pubblico si notava un grande striscione, quello portato dall’organizzazione “Il Muro del Sorriso”.
Anna De Angelis, responsabile della comunicazione di questa Onlus spiega il perché della loro presenza:
Siamo qui perché la nostra associazione è tra quelle che svolgono oggi servizio in India, ci dedichiamo sopratutto ai bambini, vittime innocenti di queste tragedie. Siamo volontari, semplici volontari che si trovano ad operare in India sotto scorta per non rischiare di venire perseguitati se considerati cristiani.
Non siete quindi tutti cattolici nella vostra associazione?
No, siamo apolitici ed ognuno è libero di appartenere al proprio credo, la nostra associazione è aperta a tutti. E’ incredibile le difficoltà che incontriamo ad operare in quelle zone.
A cosa esattamente vi dedicate, qual’è la vostra “mission”?
La nostra attenzione è rivolta sopratutto ai bambini, cerchiamo di offrire loro un futuro più sicuro, attraverso le adozioni a distanza riusciamo a finanziare le nostre missioni, ma solo in parte però, spesso siamo costretti ad agire a nostre spese. Sfruttiamo le nostre ferie dal lavoro per dedicarci a questo.
In che modo state agendo oggi in India?
Ci occupiamo sopratutto di  offrire supporto alle strutture sanitarie.

Valerio Mieli