20 settembre, diventare liberi è una cannonata
Poco importa se l’ebreo Segre che avrebbe dato l’ordine di sparare la cannonata che aprì la breccia di Porta Pia fosse tenente o capitano (comunque non risulta che gli sia stato intitolato nemmeno un vicoletto) e nemmeno se la celebrata spedizione fosse,come ricorda Montanelli citando lo storico Gregorovius presente sul posto, “un’invasione di ciarlatani”.
Fosse anche vero che Vittorio Emanuele II ,infuriato, andava urlando “anca custa balussada an fan fa’ ” (mi scusino i piemontesi) il valore di quell’avvenimento è sempre e più che mai attuale, quindi anche nella nostra realtà odierna che vede la Laicità dello Stato trafitta quotidianamente e trasversalmente.
Ecco perchè il ricordo di quella che una volta era una festa nazionale (pagata doppia per chi lavorava, come mi ricordava un correligionario livornese purtroppo scomparso) ci riguarda tutti, come ebrei, e non solo per un senso di “solidarietà storica” verso i correligionari romani che finalmente ebbero, con quell’evento, completa emancipazione.
Dovremmo fare di più per difendere e rafforzare la Laicità dello Stato che, salvo voler strumentalizzare il concetto, non significa affatto essere “anti” qualcuno bensì “pro” tutti.
Solo una vera società laica, infatti, può garantire a ciascuno di esprimersi liberamente, anche in senso religioso, in reciproco rispetto con gli altri e senza bisogno di essere “tollerato” : solo una salda, onesta, società laica può, infine, regolare i conflitti sociali “interculturali” intervenendo se necessario anche con severità nei confronti di cittadini tutti uguali tra di loro.
Gadi Polacco