5768/5769

Ho appena ricevuto dalla stessa fonte di informazioni dell’UCEI che vi manda queste righe, una sintesi molto curata degli avvenimenti che hanno coinvolto gli ebrei italiani nel 5768, che oggi sta per finire. Sarà molto interessante rileggerla con calma, classificare gli avvenimenti e pensare a quello che c’è, quello che manca e quello che avremmo voluto che ci fosse. Proprio questi giorni che sono dedicati all’autoesame delle proprie azioni, devono coinvolgere tutti, e non solo i responsabili, nella riflessione su dove stia andando l’ebraismo italiano, su quanto si investe sulla sua crescita culturale, spirituale ma anche di presenza numerica; se sia giusto concentrarsi, come documenta la rassegna, su una serie di eventi politici di relazioni esterni; quali debbano essere le priorità e le urgenze. Che questi giorni ci portino le cose buone che desideriamo, che l’anno nuovo ci dia la lucidità e la capacità per capire e affrontare i problemi reali, che il 5769 sia un grande anno di crescita.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

Fa una certa impressione leggere il bel dossier che Daniela Gross e la redazione di Moked hanno raccolto sul 5768 appena trascorso. La prima reazione è: Allora esistiamo! un plurale che ovviamente si riferisce a noi ebrei italiani. Una dietro l’altra, le notizie sul mondo ebraico italiano, che viste singolarmente potevano apparirci poco rilevanti, ci danno l’impressione di un percorso molto particolare e specifico, anche se, per fortuna, assai intrecciato a quello del resto della società. Caratterizzato, ad esempio, da una costante preoccupazione antirazzista che non diviene mai chiusura parrocchiale nel ghetto ebraico, ma si estende al mondo, come l’impegno recente nel caso dei rom dimostra. Che fare?, come si diceva un tempo. Una domanda di prammatica quando si chiude un anno e si aprono i giorni della riflessione e del confronto. Guardare avanti, direi, augurandoci di riempire il prossimo anno il dossier del 5769 di tante iniziative importanti, di tanto impegno e presenza. Che l’anno sia bello e dolce per tutti. Shanah Tovah.

Anna Foa, storica