Teatro Festival di Parma, cultura ebraica protagonista
La guerra, la shoah, la memoria, il dialogo, il multiculturalismo, che hanno contraddistinto e segnato la cultura ebraica nel mondo, saranno (dal 23 al 30 ottobre) i temi centrali della XXVI° edizione del Teatro Festival di Parma che si svolgerà presso il Teatro Due.
Un’edizione realizzata con il sostegno del Comune di Parma, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Emilia-Romagna, della Provincia di Parma, della Fondazione Monte di Parma e con la collaborazione dell’Ambasciata d’Israele a Roma, Associazione Israele 60 e il Ministero degli Affari Esteri di Israele.
Ricca di significato l’opera scelta per l’apertura di queste giornate all’insegna della cultura ebraica: “Kolot” di Yuval Avital, una rappresentazione che combina canto, musica strumentale e materiali multimediali, racchiude i talenti e le tradizioni delle varie etnie e culture presenti in Israele. Rappresenta il legame fra tradizione e contemporaneità, fra oriente e occidente.
A seguire l’opera di Abrham Yehoshua (con la regia di Carmelo Rifici), scrittore di fama internazionale, alcune delle sue opere sono state tradotte in 22 lingue diverse, al centro di queste perlopiù i rapporti interculturali e i rapporti tra popoli di religioni diverse.
Al festival porterà la sua opera più famosa “Una Notte di Maggio”.
Il lavoro di Yehoshua, riesce, attraverso i conflitti interiori di una famiglia allo sfascio, a raccontare come queste ansie e nevrosi si trasferiscano su un piano collettivo, alla vigilia di una guerra, quella dei sei giorni, che avrebbe potuto portare allo smantellamento dello stato ebraico e al suo eventuale sterminio.
Solo il flusso di notizie radiofoniche sulla guerra, ormai inevitabile, riunisce la famiglia disastrata.
Toccheranno più direttamente i temi della guerra le opere di Laura Forti, Nema problema, e di Lars Noren, War.
Laura Forti attraverso una requisitoria sulla guerra in Jugoslavia, descrive più in generale i conflitti del nostro tempo, in cui spesso la chiarezza dei fronti viene meno, in cui le ideologie sono solo paraventi per azioni governate dalla legge del taglione, quella della pura vendetta.
War, di Lars Noren, narra il triste ritorno di un soldato spedito al fronte che non riuscirà a tornare alla vita di prima, suo fratello ha preso il suo posto come capofamiglia, sua figlia maggiore è diventata una prostituta, la figlia più piccola stenta a fare i primi passi.
Da una guerra vera ad una guerra personale altrettanto devastante.
Altro tema presente, come detto in precedenza, quello della Shoah.
Le opere dedicate a questo periodo buio della storia saranno : Momik, tratto da “Vedi alla voce amore”di David Grossman, Third Generation diretta da Yael Ronen, L’istruttoria di Peter Weiss per la regia di Gigi Dall’Aglio e la conferenza concerto di Gottfried Wagner (pronipote del musicista Richard Wagner) “Da Norimberga a Roma, le leggi razziali tedesche ed italiane”.
Momik racconta la storia dei superstiti dell’Olocausto attraverso gli occhi di un bambino di 9 anni, membro della cosiddetta seconda generazione nata dagli immigrati in Israele dopo la Seconda Guerra Mondiale.
Third Generation analizza più specificatamente il tema della Memoria che unisce il popolo tedesco, israeliano e palestinese.
L’istruttoria, appuntamento rituale con la memoria, che la Fondazione Teatro Due ripropone ogni anno dal 1984, per non dimenticare il dramma dei campi di sterminio è un atto di denuncia contro i crimini nazisti, ispirato al vero processo di Francoforte, cui Peter Weiss (l’autore) assistette.
Wagner, attraverso la sua conferenza-concerto – Da Norimberga a Roma, le leggi razziali tedesche ed italiane – ripercorre, unendo musica e materiali documentari, la storia dell’antisemitismo e delle musiche dei compositori perseguitati.
L’originalità del testo di Wagner sta nella ricerca delle radici del razzismo italo-tedesco.
Contraddistingue questa edizione del Festival la scelta di inserire, prima di ogni spettacolo, “Il Teatrogiornale” di Roberto Cavosi, originale abbinamento di giornalismo e teatro, approfondimento di fatti di attualità, un modo inconsueto di osservare e raccontare la realtà quotidiana.
Valerio Mieli