Cultura, comunità, Israele. Il ciclone Roberta sull’Adei

Romana, sposata, madre di tre figli, maturità classica al Liceo Visconti, Roberta Anticoli Nahum è la neoeletta presidentessa dell’Adei Wizo Italia, l’associazione donne ebree da sempre impegnata sul fronte del volontariato e della valorizzazione della cultura e della tradizione ebraica, che conta circa 250.000 socie nel mondo e presente in Italia con 20 sezioni e 2600 tesserate.
A decretare la sua vittoria, le elezioni che si sono svolte il 28 ottobre, durante l’assemblea nazionale delle socie Wizo riunitasi proprio con questo scopo a Torino.

Roberta quando hai deciso di entrare a far parte dell’Adei?

Sono stata molti anni all’estero per seguire mio marito nel suo lavoro, ho vissuto in Indonesia, in Norvegia, in Inghilterra. Quando sono tornata a Roma nel 1987 ho sentito il bisogno di un contatto con le istituzioni, mi sembrava che gli scopi di questa associazione fossero vicini alle mie inclinazioni di donna ebrea. Qualche mese dopo essermi iscritta sono entrata nel primo consiglio.
Vi sono rimasta per tre anni, poi c’è stata un’interruzione di 10 anni perché ho dovuto di nuovo lasciare l’Italia per seguire mio marito in Inghilterra.
Nel 1999 mi sono stabilita definitivamente a Roma e da allora, mi sono dedicata all’Adei a tempo pieno, con incarichi sempre di maggior responsabilità.
Sono stata vice-presidente della sezione romana, capo del dipartimento per il found raising per l’Italia, vice presidente nazionale ed ora è arrivata questa elezione.

Perché è importante per te essere nell’Adei?

Principalmente perché è un’associazione femminile con risvolti di tipo sociale. La Wizo ha ricevuto dal governo israeliano il compito di organizzare e seguire nidi, asili, scuole per ragazzi, centri per le donne ed anziani, rifugi per donne maltrattate e per giovani con problematiche sociali e familiari, questo aspetto mi sembrava in linea con il mio desiderio di impegno nel sociale.
Ma non solo.
Dell’Adei mi piaceva anche un altro dei suoi scopi ossia quello di valorizzare la cultura e la tradizione ebraica ed anche l’impegno sionista.

Perché oggi si dovrebbe entrare a far parte dell’Adei?

Credo che ciascun individuo debba impegnarsi per qualcosa nella vita e credo gli scopi su cui si basa l’Adei siano scopi nobili per questo ritengo necessario che ciascuno dia il proprio contributo.
Spesso le persone hanno timore di impegnarsi, ma questo è un errore perché la nostra è una associazione basata sul volontariato che non comporta alcun obbligo e comunque ci si può impegnare a vari livelli, non è detto che lo si debba fare a tempo pieno.

Quali obbiettivi ti poni come presidentessa nazionale?

Al primo posto ci sono le finalità istituzionali dell’associazione riconfermate dalle riunioni nazionali, ma vorrei cambiare anche la percezione che il pubblico ha della nostra associazione. Siamo spesso valutate o giudicate per la parte più esteriore del lavoro che svolgiamo, come l’organizzazione di eventi o di viaggi, in realtà invece in ogni cosa che facciamo c’è molta preparazione, molta ricerca di contenuti.
Soprattutto nelle comunità ebraiche con pochi iscritti il lavoro delle donne dell’Adei è stato fondamentale. E’ importante che in queste comunità l’Adei abbia il sostegno dei leader religiosi e comunitari.
Infine vorrei fare in modo che molte più donne si iscrivessero perché questo potrebbe essere un trampolino di lancio per valorizzare il loro potenziale e le loro capacità, soprattutto le donne giovani.

Lucilla Efrati