disinteresse/pensiero
“ …E tutte le tue azioni siano fatte in nome del Cielo…..” (Pirqè Avòt, 2; 12). Abbiamo già spiegato come nella Tradizione ebraica fare qualcosa “in nome del Cielo” significa
essenzialmente agire disinteressatamente e senza secondi fini. La stranezza di questo insegnamento però sta nel fatto che è preceduto da una e di congiunzione: “…e tutte…”. Perché non è detto semplicemente : “…tutte le tue azioni….”, a cosa serve questa e di congiunzione? Per invitarci a vigilare congiuntamente anche e su quelle azioni che crediamo di fare in nome del Cielo. Talvolta sono proprio queste azioni a essere maggiormente a rischio di non autenticità! Si tratta quindi di cercare continuamente la sottile distinzione esistente fra ciò che è autentico e ciò che è falso, fasullo. E forse non è un caso che fasullo derivi dall’ebraico pasul, “improprio”, “difettoso”, “inadatto”, che con pesel, la scultura, l’idolo, ha un legame etimologico e semantico inscindibile.
Roberto Della Rocca, rabbino
Una scimmia chiese a un millepiedi: “Spiegami come riesci a coordinare i movimenti delle tue gambe”. “Ci penso”, rispose il millepiedi. E da quel momento restò paralizzato. Parte della confusione di cui soffre l’Occidente intellettuale è legata a una splendida, ma sbagliata, frase di Cartesio. E’ falso che io sono perché penso. Io penso perché sono.
Vittorio Dan Segre, pensionato