notte dei cristalli/cortesia
Diversi midrashim spiegano il motivo per cui la chiamata divina di Mosè avvenne con il richiamo di un roveto ardente; una di queste spiegazioni dice che le spine di un roveto sono disposte verso l’interno in modo da consentire l’ingresso di una mano dentro al cespuglio senza farsi male; ma quando si prova a tirare fuori la mano le spine pungono e feriscono. Così era stato per l’esilio egiziano; un ingresso “dolce”, ma un’uscita impossibile e dolorosa. E’ una costante della storia ebraica, quella di un inizio sereno, di una grande illusione, e poi del trauma finale. Il grande pogrom della “notte dei cristalli” cominciò la notte del 9 novembre e andò avanti per circa due giorni. Il modo con cui si realizzò merita una riflessione; fu un’iniziativa da una parte programmata, dall’altra con ampi margini di arbitrarietà, sembra persino non condivisa da alcuni settori del partito nazista. In qualche modo stupisce il fatto che a 5 anni dalla presa del potere dei nazisti le cose terribili di quella notte non si fossero già realizzate prima, più lentamente e più sistematicamente. E ancora, in quei giorni, sembra che la “soluzione finale” fosse solo il progetto di un piccolo gruppo, per quanto disastrosamente influente. Tutto questo è una lezione angosciante su come sia possibile, una volta imboccata una strada pericolosa, passare da un eccesso all’altro ampliando progressivamente l’orizzonte dell’orrore.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Ieri, su un affollato autobus romano, una signora anziana dai capelli bianchi, elegante e distinta, ha ceduto con un gran sorriso il suo posto ad una giovanissima nomade in avanzato stato di gravidanza. Fatto già` di per sé straordinario. Ma quel che è seguito è ancora più inusuale. Infatti quelli che erano seduti accanto hanno fatto a gara a scusarsi, a dire di non aver notato la pancia, ed una seconda signora, anche lei non più giovane, ha voluto cedere il suo posto alla prima signora, ormai in piedi. E questo in un autobus romano, dove di solito le persone si prendono a spintoni e si squadrano con odio, pronte a scannarsi per arrivare ad un sedile vuoto. Sono scesa dall’autobus più leggera.
Anna Foa, storica