Al sacrario militare di Asiago le due medaglie d’oro degli ebrei italiani

Ad Asiago, in provincia di Vicenza, sorge su un colle il monumentale sacrario militare nel quale sono custodite le spoglie di 34.286 militari italiani caduti nella Grande Guerra 1915-18 , dei quali 12.795 identificati e 21.491 ignoti.
Dodici di questi caduti sono stati insigniti della Medaglia d’oro al valor militare e due di questi sono ebrei.
Vi sono sepolti inoltre 19.999 caduti austro-ungarici (dei quali solo 8.238 identificati ed 11.761 ignoti) , i cui resti sono stati traslati da altri cimiteri di guerra dispersi fra varie località italiane.
Cinque anni fa i parenti israeliani di uno dei decorati di medaglia d’oro, Guido Brunner, si sono rivolti a me per segnalare che nella grande sala, riccamente decorata da marmi ed intarsi, ma ridondante di simboli cristiani, la lapide che ricorda il loro caduto non consente di identificarlo come ebreo. I familiari se ne erano sentiti giustamente offesi e mi chiedevano di fare in modo che a Guido Brunner fosse restituita l’identità ebraica.
Mi sono recato ad Asiago ed ho potuto verificare che la loro segnalazione corrispondeva al vero. In tale occasione ho anche notato il sarcofago di un altro militare ebreo decorato di medaglia d’oro, Roberto Sarfatti. Molte altre lapidi che contrassegnavano tombe di militari non decorati recavano nomi o cognomi che facevano presumere che anch’essi fossero ebrei; non vi era però la possibilità di effettuare delle verifiche, eccezion fatta per la lapide del tenente Mosè Ascarelli, già identificato con il Magen David. Era comunque palese che, oltre ad alcuni caduti italiani, anche molti dei caduti dell’esercito austro-ungarico lì traslati potessero essere ebrei austriaci, ungheresi, cecoslovacchi e delle altre nazionalità facenti parte dell’Impero.
Dopo averne ottenuta l’autorizzazione da parte del rabbino competente per territorio, rav Elia Richetti, mi sono pertanto rivolto al Commissariato generale per le onoranze ai caduti in guerra del Ministero della Difesa. La cortese risposta che ricevetti costituiva un positivo riscontro con il quale si ribaltava un precedente parere informale dei responsabili locali del sacrario, secondo i quali la croce non dovesse essere intesa come segno distintivo di una religione ma come un universale simbolo di pace. La mia richiesta di sostituire le croci sulle tombe di Brunner e Sarfatti con il Magen David e di apporre una lapide che ricordasse ai visitatori che molti dei caduti lì sepolti erano ebrei fu di conseguenza avviata lungo un iter complesso ma di sostanziale accoglimento.
Il seguito di questa vicenda è costituito da scambi di lettere formali fra me ed il ministero, da e-mail e telefonate con vari parenti dei due decorati e da alcune ricerche storiografiche ed anagrafiche. In particolare ho potuto accertare che Guido Brunner era nato a Trieste il 19 febbraio 1893 e – grazie alla collaborazione di rav Richetti – che Roberto Sarfatti era nato a Venezia il 10 ottobre 1900 ed era figlio di Margherita Grassini e Cesare Sarfatti.

In tal modo, all’inizio del 2008, il Ministero della Difesa concluse l’iter degli accertamenti ritenuti indispensabili e mi confermò con una lettera a firma del Commissario Generale Vittorio Barbato che “in merito a quanto de Lei inviato Le comunico che ho disposto l’apposizione della “Stella di David”, quale segno di appartenenza alla religione ebraica, a fianco dei nominativi dei Caduti, sepolti nel Sacrario Militare di Asiago, Sottotenente Guido Brunner e Caporale Roberto Sarfatti. Per quanto concerne la targa ricordo, Le confermo che la stessa sarà realizzata ed apposta in una posizione ben visibile per i visitatori”.
Esattamente 90 anni dopo la conclusione della guerra i nostri due eroi – e con loro i molti altri caduti ebrei dei due eserciti – vedranno riconosciuta la loro appartenenza ed il commosso ricordo che ci lega a loro servirà a fornire una ulteriore prova del forte patriottismo che ha sempre animato gli ebrei.

Federico Steinhaus,
consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane