tempo/pace

“…la giornata è corta e il lavoro è tanto, i lavoratori sono pigri e la ricompensa è tanta, e il padrone incalza….” (Pirqè Avòt, 2; 15). Tra le varie e possibili letture di questa metafora, nella quale ci viene ricordato che non ci è consentito perdere tempo, ritroviamo una chiara indicazione su come l’ebreo dovrebbe accedere alla dimensione temporale. Piuttosto che a un approccio speculativo e consumistico nel quale rischiamo di subire il Tempo passivamente, siamo invitati a fecondare il Tempo, Zemàn, attraverso lo studio e il lavoro quotidiano vivendo più nel tempo che nello spazio dobbiamo imparare a contare i giorni in termini di atti e di eventi anziché di luoghi e di cose.

Roberto Della Rocca, rabbino

La Pace è descrivibile a parole solo come concetto politico o giuridico. Come la Verità, la Pace è descrivibile a parole solo per ciò che non è. Anche per questo le mitzwoth negative hanno un significato maggiore di quelle positive.

Vittorio Dan Segre, pensionato