Mumbai: il valore della vita

Ancora una volta il Tempio Maggiore di Roma ha raccolto le tante persone intervenute per ricordare le vittime di un attentato terroristico, a Roma come a New York o Tel Aviv questi attentati contro persone inermi, gente comune indifesa ed inconsapevole lasciano attoniti, increduli a domandarsi la ragione di tanto spargimento di sangue contro persone senza alcuna colpa. Una nota di rammarico e di dolore negli interventi di tutte le personalità intervenute all’izkor e limud in memoria delle vittime di questa volta, le vittime dell’attentato terroristico di Mumbai, 174 i morti, fra cui 9 israeliani torturati e massacrati, perché ebrei. Nell’esprimere il proprio cordoglio per tutte le vittime dell’attentato, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna ha rivolto il proprio pensiero al piccolo Moshe, miracolosamente scampato all’attentato perché portato in salvo dalla sua baby sitter, ma che ha perduto tutta la sua famiglia il papà , Rav Gavriel Holtzberg, 29 anni, la mamma Rivka, 28 anni e un fratellino in arrivo.
Il Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Pacifici, ha rievocato con commozione l’immagine del piccolo Moshe che durante la cerimonia nella sinagoga Knesseth Eliyahu cercava la propria mamma chiamandola “Ima, Ima!” e le parole del padre di Rivka, il rabbino Shmuel Rosenberg, che ha annunciato che la Nariman House sarà ricostruita. Pacifici ha invitato il pubblico presente a “ricordare le vittime dell’attentato di Mumbai, ma anche lottare per la vita, perché i nostri Maestri insegnano che la nostra religione è una religione per la vita”. Un messaggio di speranza, quello di Pacifici indirizzato anche al rappresentante dell’Ambasciata indiana a Roma ed al Presidente dell’Unione degli induisti in Italia, presenti nel Tempio.
”L’ebreo e l’israeliano fungono sempre da obiettivo che i terroristi, persino nel lontano sub-continente asiatico, si accaniscono a cercare e identificare, per causarci il maggior e piu’ doloroso danno possibile”. Ha osservato invece la vice ambasciatrice di Israele in Italia, Lironne Bar Sadeh, ”Il terrorismo globale ha colpito ancora una volta e ci ha colpiti con tutta la sua potenza, questa volta nella lontana India”, ha detto la diplomatica israeliana sottolineando che ”non e’ soltanto lo Stato d’Israele a costituire un obiettivo per azioni terroristiche, ma il mondo intero e’ vittima di questo fenomeno fondamentalista”.
Il rav Ariel Di Porto, che ha guidato la cerimonia di izkor, ha infine portato il saluto del rav Riccardo Di Segni, in questi giorni assente dall’Italia.

L. E.