dialogo/futuro
Interessante, articolato e profondo il discorso di S. Ambrogio del cardinale Tettamanzi, arcivescovo di Milano; del tutto condivisibile nella richiesta e nella necessità di porre al centro della riflessione – non solamente religiosa – il dialogo, l’incontro tra un io ed un tu. E’ realmente costitutiva dell’io la relazione con il tu ed è puntuale la citazione del cardinale quando nota che l’umanità di Adamo nasce solo dopo la comparsa di Eva: egli è ish quando c’è una ishà, non prima. Ma ancor prima il testo ci suggerisce la sostanzialità della comunicazione, e dunque della relazione e del dialogo, quando ci parla della creazione stessa dell’uomo. La traduzione aramaica della Bibbia rende l’espressione “essere vivente” di Genesi 2, 7 con “spirito parlante”. Questo è l’essere umano, nella sua identità originaria dotato di quello strumento dialogico che lo caratterizza e lo distingue. Sconcertano dunque le reazioni scomposte ed intolleranti – che sembrano nascondersi strumentalmente dietro il timore della violenza – a questo beldiscorso ed alle giuste richieste di luoghi di culto per tutte le religioni.
Benedetto Carucci Viterbi, rabbino
Ieri, a Berlino, l’Europa democratica ha dato un segnale della sua esistenza. C’erano Nicolas Sarkozy, Lech Walesa, Angela Merkel e il Dalai Lama. L’Italia non c’era. Era troppo impegnata a garantirsi il consenso interno con 120 milioni di euro. Una somma che comunque nessuno ha mai pensato di destinare così celermente alla ricerca scientifica o alla riqualificazione del nostro sistema scolastico. Non so se il futuro può attendere. In ogni caso, da molti punti di vista, sembra che non ci riguardi.
David Bidussa, storico sociale delle idee