pioggia/odio

In questi giorni, che dovrebbero essere i giorni normali di pioggia in terra d’Israele, si è vista solo qualche timida nuvoletta e brevi scrosci di pioggia. In Italia c’è stato il diluvio e il ritorno allo spettro dello straripamento del Tevere. Un pò più di equità sarebbe stata gradita a tutti. Ma non è una novità né una cosa che è passata inosservata nel corso della nostra antichissima storia. Nella logica della Torà, la pioggia nella terra d’Israele è un dono diretto divino che viene elargito a Suo giudizio. Nelle nostre preghiere il riferimento alla pioggia è regolato da precise norme, è una richiesta che deve essere esaudita. E’ una delle tante accezioni del principio della condizione speciale del popolo d’Israele, che a quanto pare è regolato da logiche “non convenzionali”. Non c’è niente di automatico e scontato in Israele e tutto sembra dipendere dalla nostra responabilità.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

Mi colpisce di orrore la notizia che a Gaza, nelle celebrazioni dei 21 anni di Hamas, sia stato messo in scena uno spettacolo con un attore che impersonava Gilad Shalit inginocchiato che chiedeva pietà, e con un altro attore che impersonava il padre di Shalit in preda all’ansia. E mi domando perché questa finzione mi sembri più orrenda di tanti episodi reali. E mi sembra, sentendo queste notizie, che non ci potrà mai essere un ponte che giunge a superare il baratro di questo odio.

Anna Foa, storica