Le leggi della vergogna e il monito del Parlamento

“Il 16 dicembre 2008 il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini e il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna hanno rievocato la vergogna delle leggi antiebraiche approvate il 14 dicembre 1938 dalla Camera dei Deputati. La memoria delle persecuzioni e degli orrori che ne seguirono costituiscano monito perenne affinché il Parlamento sia per sempre baluardo della libertà umana e della dignità della persona secondo i principi e le disposizioni della Costituzione della Repubblica”. Questo il testo della targa apposta nella Sala della Regina della Camera dei Deputati a Roma al termine della cerimonia in memoria del 70° anniversario della promulgazione delle leggi razziste.
Hanno preso parte alla cerimonia commemorativa il Presidente della Camera Gianfranco Fini, il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna, lo storico Michele Sarfatti direttore del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (Cdec), Nedo Fiano, reduce del campo di sterminio di Auschwitz e Zoe Brandizzi, studentessa.
Nella sala affollata dalle moltissime personalità intervenute, fra gli altri i deputati Rosi Bindi (PD), Emanuele Fiano (PD), Alessandro Ruben (Pdl), il presidente della Comunità ebraica romana Riccardo Pacifici, numerosi consiglieri dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane assieme alla vicepresidente Claudia De Benedetti, molti altri leader ebraici italiani. E infine molti giovani studenti, come non ha mancato di rilevare il Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo Gattegna che nell’evidenziare l’importanza della presenza dei giovani alla cerimonia ha spiegato come la loro presenza abbia conferito alla celebrazione un sapore e un’ importanza particolari perché “a loro dobbiamo cercare di dare gli strumenti per guardare al futuro con speranza, senza il pericolo di incorrere di nuovo negli errori tragici compiuti nel passato, quali quelli che siamo qui oggi a ricordare”.
Dura condanna alle leggi razziste del ’38 è stata espressa dal Presidente della Camera, Gianfranco Fini secondo il quale fare i conti con queste leggi oggi “significa avere il coraggio di perlustrare gli angoli bui dell’anima italiana, il che vuol dire sforzarsi di analizzare le cause che la resero possibile in un Paese profondamente cattolico e tradizionalmente ricco di sentimenti di umanità e di solidarietà. Tra queste cause – ha proseguito Fini – c’è certamente l’anima razzista che il fascismo rivelò pienamente nel 1938 ma che era comunque già presente nella esasperazione nazionalistica che caratterizzava il regime”. E tuttavia, per Fini, “l’ideologia fascista non spiega da sola l’infamia. C’è da chiedersi perché la società italiana si sia adeguata nel suo insieme alla legislazione antiebraica e perché, salvo talune luminose eccezioni, non siano state registrate manifestazioni particolari di resistenza. Nemmeno, mi duole dirlo, da parte della Chiesa cattolica”. Fra gli elementi a parziale giustificazione Fini ha individuato il carattere autoritario del regime, una certa propensione al conformismo e “una possibile condivisione sotterranea e oscura di una parte della popolazione dei pregiudizi e delle teorie antiebraiche”.
Una forte corrente di commozione è scesa fra il pubblico quando Nedo Fiano, classe 1925, scampato al campo di sterminio di Auschwitz, ha pronunciato con toni vibranti le ultime parole di sua madre all’arrivo ad Auschwitz “Nedo, Nedo abbracciami non ci vedremo mai più…”.
“Ci stringemmo con un abbraccio fortissimo e disperato, ha ricordato Fiano, fra centinaia di deportati laceri e sporchi, dopo qualche ora le sue ceneri furono disperse”
Un ricordo drammatico, duro, che deve oggi rappresentare, secondo Fiano, il più alto grado di giustizia e mantenere alti i valori di libertà e dignità umana.
Messaggio pienamente raccolto nella testimonianza della giovane Zoe Brandizzi, studentessa di un Liceo artistico romano, per aver denunciato insieme alla propria classe un professore di storia dell’arte che aveva pubblicamente e violentemente negato l’olocausto.
Dopo la cerimonia aspre critiche alle parole di Fini sono giunte da parte di padre Giovanni Sale di Civiltà Cattolica: “Quando Fini dice quello che ha detto sbaglia, evidentemente non conosce questa pagina di storia nazionale che vede contrapposti Pio XI e Mussolini”.
“Probabilmente, ha affermato il rappresentante cattolico, le affermazioni di Fini sono frutto di una “svista, di un cercare un correo a delle responsabilità che il presidente Fini vuole in parte coprire che fanno parte della sua storia, anche se non di quella recente”.

Lucilla Efrati – Valerio Mieli