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Alla fine della lotta vittoriosa di Ya’akòv con l’angelo (che è, secondo la tradizione, l’angelo del male), Ya’akòv chiede all’angelo di rivelargli il suo nome e questi risponde con una domanda (“Perché chiedi il mio nome?”) che è un
sostanziale rifiuto. In questo scambio di battute ci sono, secondo un commentatore contemporaneo, due concezioni del mondo. Nella Torà i nomi sono fondamentali, indicano l’essenza delle cose. Al primo uomo Dio chiede di dare i nomi agli
animali, di capirne cioè l’essenza. Ya’akòv vuole conoscere il nome, vuole capire, vuole andare a fondo. L’angelo gli risponde che non è il caso, che non è necessario, che ci si può fermare alla superficie. Rimanere in superficie è una tentazione sempre presente e molto forte ma è l’antitesi della tradizione ebraica.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano

Bernie Madoff è il truffatore di Wall Street che ha ridotto in polvere miliardi di dollari versatigli da banche, singoli cittadini, fondi di investimento, università e associazioni di beneficienza, americane e straniere. Fra i maggiori truffati c’è la Yeshiva University di New York. Come ha scritto tempo fa lo storico Dan Segre “gli ebrei sono un popolo schizofrenico, perché fanno sempre tutto all’eccesso, nel bene come nel male”.

Maurizio Molinari, giornalista