Messia/Facebook

“Il figlio di David arriverà solo quando nella generazione saranno tutti meritevoli oppure tutti colpevoli” (Talmud Sanhedrìn 98a). Spiegava il Gaon di Vilna: Il Mashiach arriverà quando in ogni singolo ebreo non vi saranno sfumature. Il meritevole sarà completamente Giusto, nelle sue azioni come nel suo animo, e proverà piacere ad aiutare chi è lontano dalla Torà solo per amore e mai per fama e onore. Allora i colpevoli non nasconderanno più le loro trasgressioni e mostreranno tutti i peccati occultati, ma solo perché sentiranno che di fronte a loro vi è qualcuno veramente disposto ad aiutarli.

Roberto Colombo, rabbino

Si è parlato molto di Facebook, in questi tempi. Chi apprezza, chi disdegna. Chi va e chi viene. Ultimamente, la comunità virtuale sta attirando a sé adulti, diciamo anche attempati e assestati (proprio come chi scrive) ben oltre la soglia dei gaudenti 40. Vi sono stati esperimenti di “uso”
politico del mezzo, con il pensiero che andava a Barack Obama. A volte nascono dibattiti tanto interessanti quanto serrati (perché lì la concisione
è d’obbligo, meno male). Ma, almeno qui da noi, Facebook resta più che altro una piazza ludica, una specie di chiacchiera globale. E’ bello, in questi giorni, assistere lì al vortice di auguri interconfessionale che ci si scambia, data la concomitanza di Natale e Chanukkhah. Almeno su Facebook, vige un rigoroso principio di pari opportunità religiose. Prendiamolo come un piccolo, ma bel segno.

Elena Loewenthal, scrittrice