digiuno/Gaza
Oggi, decimo giorno del mese di Tevèt, celebriamo il digiuno istituito per l’assedio di Gerusalemme da parte dei Babilonesi, continuato per tre anni, che segnò l’inizio della tragedia del popolo ebraico con la distruzione del primo Tempio e l’inizio dell’esilio. Non è casuale che il Rabbinato Centrale dello Stato di Israele, alla fine degli anni ‘50, abbia proposto di associare questa data alla commemorazione e alla recitazione del Kaddìsh per le vittime della Shoà di cui resta ignota la data della morte. Questa coniugazione di date, oltre a ribadire quanto tutti gli avvenimenti della nostra storia siano concatenati, costituisce una dolorosa supplica al Creatore perché la Shoà sia l’ ultima delle tragedie vissute dal popolo ebraico iniziate proprio il 10 di Tevèt di 26 secoli fa. A queste due tragiche esperienze trascorse, quest’anno si aggiunge la nostra angoscia per la situazione di pericolo in cui versano i nostri fratelli nello Stato di Israele. Un’ angoscia che ancora una volta cerca conforto e speranza nel digiuno, nella lettura di Salmi e preghiere dedicati, senza mai offendere simboli e valori di altre culture.
Roberto Della Rocca, rabbino
Seguo con ovvia apprensione quanto sta accadendo a Gaza e in Eretz Israele. Cerco, per quanto mi riesca, di distinguere le mie valutazioni politiche dagli impulsi e dai sentimenti. Ogni civile che muore è per me una pena tremenda. Ogni soldato israeliano uno strazio: hanno l’età dei miei figli. Provo ad allontanare un poco l’obiettivo del mio sguardo, e allora vengono le riflessioni. E le preoccupazioni. Su Barack Obama, ad esempio. Reduce da una campagna elettorale fra le più “estroverse” della storia (e non solo americana), ricordo il neopresidente americano nel suo tour in Europa e Medio Oriente. Non fu certo avaro di dichiarazioni. Adesso, a due settimane dall’insediamento,si trincera nel silenzio. Perché? Non mi pare un buon segno. Certo non sul profilo dell’impegno e della personalità. Ero così fiduciosa, in e verso di lui. Speriamo in bene.
Elena Loewenthal, scrittrice