La legalità di Israele e lo Stato di Giudea

Alla morte di Re Salomone, il suo dominio fu suddiviso fra il Regno di Israele a nord e il Regno di Giudea a sud. Quella scissione segnò l’inizio di una decadenza che si concluse prima con la conquista degli Assiri e, due secoli dopo, con la caduta del Primo Tempio e l’esilio babilonese. L’odierno Stato di Israele esiste da 60 anni ma, osservando le scene dell’occupazione non autorizzata e dello sgombero forzato di una casa a Hebron, si ha l’impressione che in certi ambienti sia in atto il movimento costituente dello Stato di Giudea: un’entità che non riconosce la legalità di Israele, incluse le sue forze armate, e ha una propria politica alternativa, di alto profilo mediatico e non aliena dall’uso delle armi. Ciò avviene dopo 40 anni di “laissez faire” da parte di chi non ha voluto o saputo chiarire senza equivoci che una e indivisibile è la sovranità dello Stato d’Israele, una la sua legge, una la sua forza dell’ordine, uno il suo interesse geopolitico. La metaforica scissione fra Israele e Giudea è ancora impensabile, ci auguriamo, ma una riflessione in proposito sarebbe opportuna da parte di tutti.

Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme
(9 dicembre 2008)