Memoria: una “riflessione ebraica”

Secondo la Torà, gli ebrei hanno l’obbligo di ricordare. Ma cosa significa ricordare secondo i nostri maestri? La memoria ebraica nell’insegnamento specifico della Haggadàh di Pesach ( Narrazione dell’Esodo dall’Egitto) per esempio, attualizza l’evento dell’Esodo attraverso una narrazione, consegnando il ricordo all’individuo, il quale agisce in quanto componente della comunità. Questo significa inevitabilmente che la strada del ricordare è quella del raccontare, atto che porta alla redenzione e alla libertà: si è liberi solo se si ricorda e la dimensione del racconto, che è radicata nella memoria, diventa in tal senso condizione fondante della propria identità.
Secondo un’ottica ebraica allora l’obbligo di ricordare è legato alla possibilità di narrare. Ma narrare è un atto volto alla comprensione e alle domande del presente: le storie che noi raccontiamo sono, così, quelle che noi stiamo vivendo. In questo senso la memoria diventa l’antidoto contro la morte, contro il perpetuare degli errori che solo l’uomo può sottrarre alla storia attraverso una propria riflessione. Se la memoria ha tenuto unito il popolo ebraico quindi, è perché questa è sempre stata una storia che ha saputo tenere insieme passato, presente e futuro, una storia scandita da un tempo che è continuità e attualità e non più un insieme di momenti frammentati o una storia istituzionalizzata, che sottrae la memoria alla sua appartenenza individuale.

Rav Roberto Della Rocca