“Un popolo, un destino comune”, “Un modello per i giovani”
“Non si è trattato – ha commentato la vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Claudia De Benedetti al termine della missione dei leader ebraici italiani in Israele – solo di un viaggio di solidarietà in Israele, ma di un viaggio di condivisione del destino comune del popolo d’Israele. Ho condiviso per poche ore i sentimenti più profondi del nostro popolo, più che mai fiero, ostinato, “dalla dura cervice”. Un popolo che resiste, che lotta, che non si scoraggia, che non ha avuto paura di affrontare la realtà del terrorismo e della guerra perchè vi è stato costretto”.
“Tornando in Italia – ha concluso De benedetti – ho negli occhi e nel cuore il giovane soldato gravemente ferito cui abbiamo avuto modo di fare visita all’Ospedale di Beer Sheva e con i suoi famigliari ripeto Am Yisrael chai, il popolo di Israele vive”.
“E’ stata una missione importante – ha aggiunto il presidente dell’Unione giovani ebrei d’Italia Daniele Nahum – perché ci ha consentito di stare sul campo e vedere da vicino la realtà di Israele. Abbiamo attraversato un Paese uscito da un conflitto, limitato, ma molto grave e abbiamo preso contatto con le realtà del Sud, abbiamo visto la capacità delle istituzioni di reagire e di proteggere la popolazione civile”. “Ma quello che forse mi ha più colpito è stata la serata trascorsa assieme ai ragazzi del villaggio Ayalim. Sono giovani che ripercorrono l’avventura pionieristica dei padri fondatori di fratellanza, cooperazione e forte appartenenza al popolo ebraico”. “Ora – ha aggiunto Nahum – vorrei realizzare una missione che coinvolga molte organizzazioni giovanili italiane per accostarsi e comprendere meglio esperienze entusiasmanti come questa”.