“La memoria sia patrimonio di tutti”
Cerimonia di inaugurazione e di consegna dei diplomi del Master Didattica della Shoà, giunto alla sua quarta edizione, nella sala del Consiglio della Provincia di Roma in via IV Novembre.
La sala era affollata da studenti sia nuovi iscritti che intervenuti per ritirare il diploma (nell’immagine il rettore di Roma Tre Guido Fabiani consegna il diploma a una studentessa del corso), quando il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti ha preso la parola citando la frase di Primo Levi “La memoria umana è uno strumento meraviglioso, ma fallace. […] I ricordi che giacciono in noi non sono incisi sulla pietra”, per questo, secondo Zingaretti, il tema della Memoria è importante, perché è importante trasmettere la verità ed è di assoluta importanza che qualcuno raccolga il testimone per evitare che tali orrori si verifichino più.
“Noi dobbiamo scommettere, ha proseguito il presidente della Provincia, sulla nostra capacità di trasmettere la memoria, per questo contate sulla Provincia di Roma per tutto ciò che sarà necessario perché i percorsi della memoria siano sempre più aperti. A questo proposito, voglio annunciare che nel nome di Primo Levi sarà organizzato il viaggio della Memoria ad Auschwitz nella prossima primavera”.
E’ stata poi la volta del rettore dell’Ateneo Roma Tre, Guido Fabiani, “La Shoà è un macigno inamovibile nella storia dell’umanità intera, ha detto, è inamovibile nel senso vero perché non possiamo e non dobbiamo rimuovere questo macigno” Poi ha ricordato le varie fasi che hanno portato all’organizzazione del Master Didattica della Shoà sottolineando il fatto che con esso si intende dare alla Memoria una struttura stabile “Siamo partiti a Roma Tre, alcuni anni fa, con la commemorazione della giornata, poi quattro anni fa siamo riusciti ad organizzare questo master con il patrocinio del Ministero della Pubblica Istruzione e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, siamo fieri di essere stati i primi a farlo”.
Parole dure sono state espresse dal ministro Lironne Bar Sadeh intervenuta in rappresentanza dell’ambasciatore d’Israele a Roma, Gideon Meir, “Ritengo il Master della Shoà un importante contributo alla pagina più dolorosa della storia umana. Ancora oggi c’è chi nega e banalizza questa tragedia, solo nell’ultimo mese da quando lo Stato ebraico ha lanciato l’offensiva a Gaza, si sono riacutizzati avvenimenti di antisemitismo, ciò rende più acuto e doloroso il ricordo delle leggi razziali, di cui quest’anno si celebra il settantesimo anniversario. Sui muri dei palazzi si è tornati a leggere la scritta -morte agli ebrei- una piccola associazione sindacale ha incitato al boicottaggio di negozi di ebrei, un ordigno esplosivo è stato posto nelle vicinanze della sinagoga di Firenze, sempre in Toscana, a Pisa, è stata imbrattata con vernice rossa la porta della sinagoga, alcuni gruppi studenteschi hanno incitato al boicottaggio degli enti di ricerca israeliani. Io penso invece, ha concluso la Bar Sadeh, che il mondo accademico debba essere d’esempio, nell’allontanare e scoraggiare episodi di questo genere”.
“Noi non rivendichiamo nessuna esclusiva sulla Memoria. Ma lavoriamo perché essa diventi condivisa, patrimonio di tutti” – Ha affermato invece il presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Renzo Gattegna indicando il senso del prossimo Giorno della Memoria che il 27 gennaio ricorda la Shoah degli ebrei. Dopo aver sottolineato che l’iniziativa non è solo italiana “ma europea”, Gattegna ha detto che “con il lavoro fatto in questi ultimi anni la Shoah sta diventando un evento simbolico e di stimolo alla ricerca non solo per gli ebrei ma per tutti” “Il ricordo della Shoah è un contributo che gli ebrei danno al progresso dell’umanità a livello civile, politico e morale. Da un fatto così tragico devono scaturire effetti positivi per la difesa dei diritti fondamentali della persona e per far prevalere in tutte le società forme democratiche di governo contro ogni razzismo e discriminazione. Questo è il nostro compito e questo il senso del Giorno della Memoria”.
Dopo la consegna dei diplomi ai frequentatori del master della scorsa edizione da parte del rettore di Roma Tre, Fabiani, David Meghnagi direttore del Master, che ha anche coordinato la cerimonia alla Provincia, ha fatto un lungo ed interessante intervento sul significato della Shoà : “La Shoà deve essere studiata, capita, interpretata non solo da parte degli ebrei” ed è poi passato a ricordare come il giorno della Shoà sia il giorno che suggella la prima rivolta contro il dominio nazista, quella del Ghetto di Varsavia, che si svolse dal 19 aprile al 16 maggio 1943 “Tutta l’Europa era sotto il dominio nazista, ha detto con tono pacato Meghnagi, ma il ghetto di Varsavia riuscì a resistere più della Francia, non avevano armi, ma avevano creato nei polacchi un mito, il mito che portò poi alla rivolta di Varsavia l’anno seguente. Il giorno della Shoà, rappresenta l’opposto della figura dell’ebreo remissivo che subisce la persecuzione”.
Il Master Didattica della Shoà, organizzato dal terzo Ateneo romano Roma Tre, prevede 1500 ore di insegnamento comprensive di un periodo di tirocinio funzionale ed ha una durata di 12 mesi. Il suo scopo è di offrire una specifica occasione di approfondimento interdisciplinare della didattica della Shoah e della trasmissione della memoria nei suoi aspetti psicologici, filosofici, religiosi, letterari, storici e artistici.
Lucilla Efrati