Accanto ai sindaci eroi

Quando ha ottenuto il rinnovo del suo mandato, Benny Ouaknine non aveva messo in conto di fare l’eroe. Ancora per cinque anni sindaco di Ashkelon, una tranquilla cittadina costiera a vocazione turistica, una cittadina che ha accolto decine di migliaia di immigrati negli ultimi anni e che ha da affrontare sensibili problemi sociali (reddito sotto la media israeliana e in alcuni casi minore di molti villaggi palestinesi dei territori, molte famiglie monoreddito). Ma anche un sistema scolastico molto articolato. Industrie da sviluppare. Alberghi da costruire. Sfide importanti, per un sindaco che ama la sua città. Tutto qui. Ma tre giorni dopo la sua riconferma su Ashkelon hanno ricominciato a piovere missili.
E’ stato allora che Ouaknine si è reso conto che era necessario fare una scelta. Ci ha pensato un attimo e ha ordinato di sgombrare gli scantinati del modesto edifico assegnato all’amministrazione municipale. La sua centrale operativa sarebbero state queste due stanze, i suoi cannoni solo gli estintori, la sua armata la protezione civile, la sua arma segreta la dignità della gente di Ashkelon. E ha chiamato i concittadini disarmati a combattere la loro battaglia più dura.
Ouaknine, abbracciato ieri dalla delegazione di leader ebraici italiani, da comuni cittadini e da parlamentari italiani di entrambi gli schieramenti, è solo l’ultimo dei sindaci eroi di Israele. Il suo modello sono stati i sindaci delle cittadine più esposte ai bombardamenti. David Buskila, primo cittadino di Sderot oggi alla sua prima giornata di lavoro fuori dal bunker, ha visto piovere sulla sua gente quasi diecimila missili (almeno 7500 ben censiti e catalogati). Terrore, distruzione, morte. Solo quindici secondi per tentare di mettersi in salvo.
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna. Il presidente della Comunità Ebraica di Roma Riccardo Pacifici e la presidente del Keren Hayesod Johanna Arbib, che conducono questa missione di tre giorni hanno portato in queste ore febbrili ai sindaci eroi di Israele tutto il calore degli ebrei italiani.
Gattegna ha sottolineato la straordinaria capacità delle amministrazioni locali israeliane di tutelare la propria popolazione. E sono arrivati gli abbracci, cento palloni da calcio con la speranza di vedere tante partite e mai più un missile su un campo di calcio.
“Grazie per essere venuti, avete dimostrato coraggio”, hanno detto agli ospiti i sindaci eroi di Israele che sono andati a estrarre le vittime civili dalle macerie e si sono prodigati per mettere in salvo la popolazione. “Grazie a voi per essere rimasti nelle vostre città, ma il merito del coraggio è tutto vostro”, hanno replicato i leader ebraici italiani. “Noi non avevamo scelta”, è stata la risposta. Un momento di silenzio, poi ancora una replica degli italiani: “Neanche noi avevamo scelta”.
Il sindaco ha poi accompagnato la delegazione in visita nella città ferita. Ora c’è da ricostruire e da sanare gli effetti di anni di aggressioni. Il centro sportivo costruito nel nome del milanese Jacopo Ghitis e la Cineteca che ospita il Festival internazionale del cinema di Sderot realizzata con il contributo italiano potranno essere di grande aiuto.
Oggi le piccole cose della vita quotidiana sono un miracolo a Sderot. Compiendo atti cui nessuno in Italia darebbe peso la commozione di tutti è nell’aria. Prendere un caffè nelle strade, sotto il sole di Sderot è un regalo, una conquista senza pari. Tutti si sono detti decisi a conquistare la pace e a difendere la dignità della vita con la massima determinazione, con coraggio e con equità, come il bene più grande.

Guido Vitale