scomunica/Israele
Ma da noi esiste la “scomunica”? La punizione di cui si parla tanto in questi giorni è probabilmente derivata dall’ebraismo rabbinico, che conosce il niddùi e il cherem, come sanzioni di progressiva esclusione dalla vita sociale e religiosa comminate dal tribunale rabbinico per determinate trasgressioni. L’istituto rabbinico ha avuto in passato ampie applicazioni perché era l’unico potere disciplinare interno possibile, nel momento in cui lo Stato avocava a sé ogni potere penale. Ma perché una sanzione abbia effetto ci deve essere una comunità che la condivida e la faccia applicare. Questo spiega perché niddùi e cherem benché previsti dalla legge rabbinica siano stati molto raramente comminati nel mondo occidentale di questi ultimi due secoli. C’è poi il problema della abrogazione della sanzione, per cui vale di solito il principio per cui “un tribunale non può annullare le decisioni di un altro tribunale a meno che non ne sia più grande in sapienza e nel numero di membri”.
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Nel bombardamento tedesco di Coventry il 14 novembre 1940 morirono almeno 568 (o forse 1.000) persone. Il bombardamento britannico di Dresda il 13-15 febbraio 1945 causò almeno 24.000 (o forse 40.000) morti. Nessuno, allora o dopo, parlò di proporzionalità, ma molti elogiarono Churchill per il suo contributo all’esito della Seconda guerra mondiale. Il Partito Nazionale Fascista in Italia e il partito Nazionalsocialista in Germania – due formazioni totalitarie e non democratiche – giunsero al potere attraverso procedure elettive e ottennero l’appoggio della grande maggioranza della popolazione. Nel dopoguerra europeo, nessuno propose che la ricostruzione avrebbe dovuto inderogabilmente avvenire con la partecipazione delle forze politiche nazifasciste. In Palestina, Hamas – un partito che proclama l’uccisione di tutti gli ebrei e la verità dei Protocolli dei Savi Anziani di Sion – ottenne la maggioranza relativa dei voti nelle elezioni parlamentari del gennaio 2006. Oggi il discorso di molti analisti europei su Gaza e Israele è fissato sulla non-proporzionalità della reazione e sul coinvolgimento obbligato di Hamas nel futuro processo politico. Nel Giorno della Memoria ci si può chiedere che cosa sia stato capito, che cosa sia cambiato e che cosa sia stato dimenticato nelle percezioni e nelle identità politiche dell’Europa
Sergio Della Pergola, demografo, Università Ebraica di Gerusalemme