Ventinovemila leggi e decreti rischiano di sparire

La soppressione dell’abrogazione della reintegrazione: può sembrare un innocuo gioco di parole e invece è quanto effettivamente accaduto, per singolare circostanza, proprio nel Giorno della Memoria.
L’antefatto: il 22 dicembre 2008 il Governo emana il decreto-legge n. 200, in allegato al quale sono indicati 28.889 atti normativi, emanati nel periodo compreso tra l’Unità d’Italia e il 31 dicembre 1947 (vigilia dell’entrata in vigore della Costituzione repubblicana), i cui effetti sono ormai considerati esauriti e che vengono abrogati (o riabrogati) a decorrere dal sessantesimo giorno successivo alla data di entrata in vigore del decreto.
E’ un elenco mostruoso, redatto in ordine cronologico, che occupa 1.000 pagine di “Gazzetta Ufficiale”, attraverso le quali si può ricostruire buona parte della storia patria: nella rete delle abrogazioni finiscono infatti, tanto per dare qualche esempio: i trasferimenti della capitale prima a Firenze e poi a Roma, la legge delle guarentigie (superata dai Patti Lateranensi del 1929), l’autorizzazione alla ratifica del Trattato di pace del 1947, l’adesione dell’Italia all’Unesco e tanti altri provvedimenti della cui “inutilità” è lecito dubitare.
Nella rete finiscono anche diversi dei provvedimenti razzisti (molti dei quali già espressamente abrogati e comunque tutti, ovviamente, venuti meno a partire dal 1944 nei territori via via liberati) e, cosa problematica, i provvedimenti volti alla reintegrazione nei diritti politici, civili e patrimoniali degli ebrei.
Tra gli altri, sarebbero stati abrogati il regio decreto-legge 20 gennaio 1944, n. 25, recante disposizioni per la reintegrazione nei diritti civili e politici dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati “di razza ebraica o considerati di razza ebraica” e il decreto legislativo luogotenenziale 5 ottobre 1944, n. 252, recante pubblicazione ed entrata in vigore del regio decreto-legge 20 gennaio 1944, n. 26, contenente disposizioni per la reintegrazione nei diritti patrimoniali dei cittadini italiani e stranieri già dichiarati “di razza ebraica o considerati di razza ebraica”. Tali provvedimenti – che probabilmente non hanno esaurito i loro effetti – sono stati esclusi (grazie a un emendamento del Governo) dall’elenco delle abrogazioni, la cui decorrenza è stata nel contempo posticipata al 16 dicembre 2009.
Fino a quella data resterà aperta la stagione della caccia ai provvedimenti da “salvare”, che si preannuncia ricca di partecipanti e in grado di elargire ancora sorprese.

Valerio Di Porto, Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane