matzòt/Kedar

Le matzòt sono il simbolo fondamentale dell’uscita dall’Egitto. Le regole da osservare per la preparazione delle matzòt (estrema attenzione, impegno e velocità) sono considerate nella tradizione rabbinica un paradigma per l’osservanza delle mitzvòt (le due parole matzòt e mitzvòt si scrivono allo stesso modo). Le mitzvòt vanno quindi osservate con sollecitudine, senza pigrizia. Un verso del Mishlè invita a prendere a esempio il comportamento e l’operosità delle formiche. Un grande maestro contemporaneo, R. Itzhak Hutner si chiede perché si prenda a esempio proprio la formica e cita per rispondere un passo talmudico in cui si dice che le formiche raccolgono una quantità enorme di cibo che non potranno mai consumare perché la loro vita è estremamente breve. Secondo Hutner è questo l’atteggiamento che ci viene richiesto nei confronti della tradizione ebraica. Dobbiamo impegnarci senza porci il problema dell’utilità del nostro impegno. Questo impegno potrà non essere immediatamente utile ma dobbiamo fare come le formiche che raccolgono il cibo per le generazioni future.

Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano

Le sinagoghe di New York sono note per disputarsi hazanim, manager e rabbini. Al centro della serrata concorrenza ora c’è un volto nuovo: Mordechai Kedar, l’islamista dell’Università Bar Ilan protagonista di un rovente duello su Al Jazeera finito su YouTube. Basta il suo nome per riempire auditori, sinagoghe, centri comunitari. Kedar conosce il Corano a menadito, cita a memoria gli Hadit su Maometto e parla di Gerusalemme: sono gli argomenti che interessano di più.

Maurizio Molinari, giornalista